Miracoli
e grazie
operati da Dio
per intercessione
della
Madonna
della Quercia
in favore degli abitanti
della provincia di
RIETI
tratti da
manoscritti e libri
secoli XV-XVIII
INTRODUZIONE
Era consuetudine, a partire dal 1571, dare alle stampe quasi ogni 10 anni i racconti dei miracoli e delle grazie operati da Dio per intercessione della Beatissima Vergine venerata come Madonna della Quercia.
I libri, di solito, erano scritti dai sacrestani maggiori della Basilica della Quercia, testimoni dei racconti che i devoti di Maria facevano nel momento che venivano a ringraziarla nel suo santuario per il miracolo ricevuto.
Quest’opera di divulgazione e testimonianza si è interrotta con l’ultimo libro scritto dal domenicano francese padre M.Chery nel 1869.
Ho voluto riprendere tale
consuetudine iniziando a
raccontare i miracoli e le grazie ricevuti dagli abitanti di
Roma, centro spirituale della nostra Fede e come omaggio all’unica
confraternita ancora esistente dedicata alla Madonna della Quercia:
Poi sono passato a raccontare i miracoli che
Questa raccolta riporta quelli ricevuti dagli abitanti della Provincia di Rieti, provincia di provenienza del nostro amatissimo Vescovo Sua Eccellenza Mons. Lorenzo Chiarinelli .
Mons.Chiarinelli che, nato a Pratoianni ( Concerviano) presso una delle tante chiese dedicate alla Madonna della Quercia ,
è stato vescovo di Sora , dove è presente un’altra delle chiese dedicate alla
Madonna della Quercia, ed è ora Vescovo
di Viterbo , dove
A lui, maestro nella fede e
nell’amore verso
Le storie sono riportate così come sono state scritte all’epoca, volendo evidenziare la storicità del fatto e la freschezza, talvolta l’ingenuità, dei racconti.
Come gli autori di una volta, anch’io ho voluto essere il testimone dell’accaduto, desiderando riaffermare ciò in cui credo fermamente: Maria, madre di Dio e madre nostra non ci lascia né ci lascerà mai soli.
Per rafforzare tale concetto voglio riportare le parole del grande poeta Dante Alighieri che nel XXXIII canto del paradiso fa dire a san Bernardo:
Vergine
madre, figlia del tuo figlio
umile ed alta più che creatura,
termine fisso
d'eterno consiglio,
tu se’ colei che l'umana natura
nobilitasti sì che '1
suo fattore
non disdegnò di farsi
sua fattura.
Nel
ventre tuo si raccese l'amore
per lo cui caldo ne l'eterna pace
così è germinato
questo fiore.
Qui se’ a noi meridiana face
di caritade, e giuso, intra i mortali,
se’ di speranza
fontana vivace.
Donna
se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia
ed a te non ricorre
sua desianza vuol
volar senz'ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma
molte fiate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza,
in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontade.
II Domenica di settembre 2009 Festa della Madonna
della Quercia di Viterbo
ACCUMOLI
Stampa sec.XVII
Benedetta
di Domenico - 1629
( T.Bandoni
1634 p.11)
A di 6 ottobre 1629 . Donna
Benedetta di Domenico di Manilio di Cumulo, disse che
essendo stata ammaliata e spiritata ventidoi anni , venne alla Madonna della
Quercia con gran difficoltà e nell’entrare in chiesa uscirno sette capi con i
compagni, avendoli prima
ASPRA
SABINA
Oggi
Casperia
Stampa sec.XVII
Giovanni
Persiano – 1631
( T.Bandoni
1634 p.31)
A
di 18 Giugno 1631. Giovanni Persiano
d’Aspra di Sabbina, li fu tirata un’archibugiata nel fianco; il fuoco con le
palle passarono li panni, ma la carne rimase intatta.
Il tutto lo ricevè dalla Madonna della Quercia, alla
quale era devoto, invocandola ogni giorno
Domenico
Politiano – 1631
( T.Bandoni
1634 p.51)
A
di 30 di maggio [1632] .Domenico Poliziano
d’Aspra alli 25 di giugno dell’anno passato, essendo a mietere in Gavignano,
venne la saetta, ove erano dieci persone, e ne percosse quattro, uno de’ quali
subito morì, e l’altri ristorno malamente feriti. Domenico fu ferito nella
schiena, natiche et in altre parti del corpo, e come morto fu levato di terra;
Nicolò di
Marino – 1633
( T.Bandoni
1634 p.51)
Nell’istesso giorno[14
maggio 1633] Nicolò di Marino d’Aspra di Sabina si ritrovava mentecatto,
facendo molte stravaganze, inquietando sé e gl’altri.
Et ancorchè vi fossero fatti di molti rimedi, non si
vidde però miglioramento alcuno.
Fu
invotito alla Madonna della Quercia, subito ritornò
in cervello, parendogli d’essersi svegliato da profondissimo sonno.
Portò il voto con la
relazione.
BOCCHIGNANO
Frazione di Montopoli di
Sabina
Stampa sec.XVII
Domenico
Tossena – 1693
( A.S.M.Q.
vol. 127 c.25v-26)
A
di 9 maggio 1693
Comparve in questa chiesa
Domenico Torsena da Bochignano della Badia di Farfa con un voto d’un huomo che
con un archibugio si spara la mano ginocchio e piede. Il
caso successe così avendo caricato a palla il suo archibugio
mentre alzatolo in aria voleva fargli uscire la palla urtando con il
cane dentro il ramo d’un albore sparò passandogli et abrugiandoli la mano il
ginocchio che teneva curvo e poi anche l’estremità del piede, ma fatto voto a
questa Beatissima Vergine guarì perfettamente del ginocchio e piede e solo
nella mano restò offeso nel nervo d’un deto potendo del resto oprarla in tutto.
Fra Antonino Borzacchi
lettore e sacrestano maggiore
( A. Borzacchi
p. 326 )
BORBONA
Stampa sec.XVII
Antonio e
Traiano
Gentile
Cortese - 1687
( A.S.M.Q.
vol. 127 c.24v)
Nell’anno 1687 , mese di Agosto
Antonio e Traiano fratelli
carnali ambedue della terra di Borbona diocese di Riete infermati a morte
ambedue avendo persa la parola senza speranza humana, invotiti li medesimi alla Madonna Santissima della Quercia
ricuperorno la pristina sanità e sono venuti personalmente a rendere gratie
alla Madonna.
Gentile Cortese della
terra di Borbona diocese di Riete avendoli accaduto un
male in una orecchia che lo rendeva inhabile l’udito per spatio di due mesi
continui nell letto raccomandatose alla Madonna della Quercia ricuperò la
sanità et ancor il medesimo è venuto personalmente a rendere gratie a questa
gran Madre di Dio
( A. Borzacchi
p.319)
CAMPOLANO
Marc’Antonio di Gregorio – 1656
( V. Malanotte
1666 p. 223)
CASTEL
S.PIETRO
Stampa sec.XVII
Antonio
Roscetti - 1711
( A.S.M.Q.
vol. 127 c.54)
A
di 23 maggio 1711
Antonio
Rossetti di Castel San Pietro in Sabina infermo
con febre maligna, spedito già da medici e munito delli Sacramenti della
confessione e comunione, raccomandatosi alla beatissima Vergine della Quercia,
in brevissimo tempo restò sano .
Venne in detto giorno a
ringraziare la sua Liberatrice.
Fra Angelo Maria Crispoldi
sagrestano maggiore mano propria
CATINO
[POGGIO CATINO]
Don Cosimo
Caiola - 1686
( A.S.M.Q. vol. 127 c.34 )
A
di primo giugno 1686
Il signor Don Cosimo
Caiola da Catino in Sabina ritrovandosi con febre continua et
spedito da’ medici, et raccomandandosi alla Vergine risanò perfettamente
et fu qui a renderne gratie.
Ita est. Fra Vincentius
Peroni manu propria
CITTÀ DUCALE
Donna
Caterina - 1516
"Chaterina da Civita Ducale serva
et balia d'uno gentil huomo Aquìlano li fu imposto
che havesse occiso uno figliolo che allevava, et dava il latte per havere
ricevuta una buona mancia da uno nemico del suo padrone, essendo innocente:
confessò per li tormenti da haverlo ucciso a posta, essendo per disgratia
morto; et fu sententiata alla forca: la sua madre le disse che si
raccomandasse alla Madonna della Quercia della quale ne fu devota; quando
salì la scala diceva o Madonna della Quercia sapete che io sono innocente,
mi vi raccomando piú volte replicando questa prece venne tanta grandine,
così grossa et saette che fino il boia lasciò la donna sola et tutti
fuggirono per salvarsi rimase Chat[erin]a così legata alla forca ritornata
la corte et il ministro di questa e nuovamente una grandine di prima e
tucta chorte et fino il boia, sì cognobbe che (segue alla pagina
successiva) la detta Chat[erin]a era innocente onde liberata con sua madre vennero a portare il loro voto
con molte lagrime, et ringratiamento di questa Santa Madre nel'anno
1516".
(Acquerello- 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.214
Bibl. Besso Roma)
T.Bandoni 1628 pp.58-59
A.Borzacchi pp.41-42
Donna
Polissima Marchese -
1623
T.Bandoni1631 pp. 150-151
A 13 giugno 1623. Il
signor Nicolao Brunoro da Civitaducale, disse che la
sua consorte donna Polissima Marchese, allattando un suo figliuolo di tre mesi
chiamato Giovanni Felice, gli venne voglia d’una insalata di mescolanza, ma chi
colse detta insalata non si accorse che vi pose un erba velenata; onde
n’avenne, suggendo il figliuolo di quel latte, quasi che più dell’ordinario non
stette molto che lo rivomitò tutto con grande impeto, restando così
miracolosamente sano dall’infettato cibo; ma non già la madre, che poco stette
a conturbarsi et mutarsi di colore rappresentando quasi una immagine di morte
et ancorché molti rimedi fossero messi in opera per la sua salute, ad ogni modo
quel possente veleno superava la virtù di ogni medicamento; e già si era
mandato per il confessore per darli tutti i Sacramenti insieme, affermando i
medici la sua morte esser vicina, quando il detto signor Nicolao suo marito
esortò la moglie che si raccomandasse a questa Santa Vergine; e facendo la
moglie così , ricevè la gratia vomitando tutto il veleno che per segno e
gratitudine di tanto benefitio portò anch’essa il suo voto.
Pietro
Martino - 1631
T.Bandoni1634 p.29
A
di 27 giugno 1631. Pietro Martino da
Civita Ducale, essendo stato ammalato con febbre e pontura coperta, con
pericolo di morte; si votì alla Madonna e fu libero
Donna
Lucrezia -
1631
T.Bandoni1634 p.29
A
di detto[27 giugno 1631] donna Lucrezia di
Benedetto del medesimo luogo, disse che
Santi
Iacomelli -
1631
T.Bandoni1634 pp.29-30
A
di detto[27 giugno 1631] Santi Iacomelli
,del medesimo luogo, disse nel medesimo modo era stato infermo con maggior
pericolo, et ancora di più posto in prigione con falsi testimoni, si
raccommandorno ambedoi le volte alla Madonna della Quercia et ottennero la
gratia
Quintia
Cacciavino -
1633
(T. Bandoni1636
pp.155-156)
COLLE
ROSSO
Petrella Salto
Novissima di Pompeo - 1660
(Peroni 1682 p.205)
(A.Borzacchi 1696
pp.272-273)
(N.M.Torelli 1725 p.341)
COLLEVECCHIO
Pollidoro di Bastiano - 1576
"Pollidoro
di Bastiano detto il Bellone da Collevecchio di Sabina havendo giocato con uno et vinto molti denari non essendo pagato ma
ingiuriato et poi ferito con una storta in capo la quale ferita fu mortale
havendo rotto l'osso et il cervello si vedeva fu votivo dalla madre et
dalle sorelle alla Madonna della Quercia quale poi sanato venne a portare
il suo voto grande l'anno 1576 15 Febbraio".
(Acquerello- 1619- Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.52 Bibl.
Besso Roma)
Maria Francesca Frateili - 1717
( A.S.M.Q.
vol. 127 c.62)
Maria Francesca Frateilij
da Collevecchio di Sabina nel mese di maggio alli 24 del 1717 ritrovandosi
confinata a letto per un anno continuo per un tumore venutoli al ginocchio
destro et per quanti rimedij applicati da chirurchi non era rimedio alcuno di
guarire et non che con venire al taglio della gamba dal che suo marito
votandosi a questa Madonna Santissima di venirla a visitare avanti si facesse
tal operatione, nella notte medemma chiamando suo marito signor Giovan Battista
Frateilij, la signora Francesca Frateiglij io mi sono risanata e ricevuta la
gratia dalla Santissima Madre della Quercia, e la mattina susseguente si
portorono a piedi ambidue per ringraziare della ricevuta gratia da questa Madre
Santissima della Quercia facendo celebrare messe tre al sudetto altare.
Fra Innocenzo Gorizutti
sagrestano maggiore mano propria
CONCERVIANO
Affacciato sullo splendido panorama
offerto dalla Valle del Salto, Concerviano,
in origine chiamato “Collis Cervinus”. Il periodo che seguì il crollo dell’Impero Romano e le continue
invasioni barbariche, rappresentò per gli abitanti della valle del Cicolano
un momento di particolare difficoltà. La scarsa popolazione rimasta si
sparse per le campagne stabilendosi
in piccole “curtes”, vivendo dei prodotti offerti
dall’allevamento e dall’agricoltura. Le ”curtes” rinvigorite dalla
sventura si raccolsero in gruppi e, con
l’aiuto dei Signori e
dei monaci benedettini che riempirono il territorio di piccole chiese, si
diedero ad edificare castelli e torri sopra luoghi scoscesi, difficili
all’accesso ed adatti alla
difesa. Nulla si sa sulle origini e sulle prime vicende del castello di Concerviano, la cui
fondazione si ipotizza sia avvenuta nel XI secolo,
e le prime notizie certe risalgono solamente al XIII secolo. In anno 1252 le chiese
di Concerviano erano S. Nicola, S. Egidio e S. Andrea, ad attestare un
popolamento abbastanza consistente dell’area. Nel tardo medioevo dal
territorio di Concerviano, che doveva
essere coperto in prevalenza
da boschi, venivano importate a
Rieti consistenti quantità
di cenere, e di legname lavorato, in particolare contenitori per il mosto o
per il vino. Attestata anche una florida attività di pastorizia e di agricoltura.
Erano i tempi delle guerre tra città, di prepotenze baronali, e a
causa di ciò i piccoli e deboli centri cercavano sostegno ed aiuto dai
grandi e dai forti. Accadde quindi che per questa necessità, nel 1282 tutti i castelli
dell’Abbazia di S.
Salvatore Maggiore, tra cui Concerviano, si posero sotto la
protezione e
la difesa del Comune di Rieti, ed alla presenza di Guglielmo di Orvieto, Podestà della città di Rieti, promisero
fedeltà, obbedienza e
vassallaggio. Solo nel 1290 i castelli tornarono sotto le dipendenze dell’Abbazia. Nel 1399 fu
trasformata in
commenda da Bonifacio IX e fu soppressa
definitivamente per volere di Urbano
VIII che la unì a Farfa. Da vedere Abbazia di San
Salvatore
- e un grandioso monastero benedettino trasformato nel corso del Seicento e
ampiamente restaurato all'inizio del nostro secolo, presenta al suo interno
ancora tracce dell'antico pavimento cosmatesco e degli affreschi
medioevali, tra cui quello conservato nell'abside raffigurante il Signore
in gloria tra schiere di angeli. Complesso Monastico di
"San Salvatore Maggiore sul Monte Latenano" - a disposizione durante
i mesi estivi per
biblioteca, visite guidate , mostre conferenze. Chiesa parrocchiale di San Nicola di
Bari in
Concerviano. Chiesa della Madonna
della Quercia in Concerviano.
FARA IN
SABINA
Donna
Pancrazia Zanna -
1645
(V.Galesi 1642 pp.165-166)
Nell’istesso giorno [16
agosto 1645] si hebbe anche contezza come madonna
Pancratia di Francesco Zanna dalla Fara, due anni sono nel mese di agosto,
partorì dui figlioli, cioè una femina con pericolo manifesto della vita e
questo occorse il venerdì, e poi il lunedì immediato partorì un putto, quale
poi visse un giorno solo, enl qual tempo ricevè il santo battesimo; in questo
secondo parto, stette la sudetta donna in pericolo evidentissimo di morte; il
simile gli avvenne nel mese di gennaro, poichè elle fece un putto morto,
restando per molti giorni con tali accidenti, che fu in tutto quel tempo tenuta
da medici in pericolo di vita, con tutto ciò la sudetta Pancratia fu sempre
aiutata dalla Madonna della Quercia, perchè ella di tutto cuore si era
raccommandata a lei, e per tanti singolari benefitij ricevuti, e per segno di
gratitudinenon mancò di venire a questo sacro tempio et nel suo arrivo diede di
propria bocca questa relatione, la quale fu presa con testimonij sottoscritti e
di più portò il voto che si conserva con gli altri.
( N.M. Torelli 1725 p. 190 )
Carlo
Lisena - 1647
(A.S.M.Q. Vol. 127 c.8 )
Nel 1647 alli 14 giugno
comparse al suddetto padre fra Giuseppe Maria Pellegrini
sagrestano maggiore , Carlo Lisena dalla Fara, e depose come havendo riceuto
circa quindici ferite, tra le quali quattro mortali, si invotì a questa
Santissima Vergine e si raccomandò di vero cuore e restò sano e portò uno scudo
acciò si facesse il suo voto. Furono presenti a detta relatione Battista
Martoriati da Viterbo e Giuseppe Paduana
( V.Peroni
1685 p.193)
LEOFRENI
Pompeo
d’Angelo Antonio -
1660
( V. Malanotte
1666 p.217)
(N.M. Torelli 1725 p.353)
Girolamo
di Leonardo -
1707
( A.S.M.Q. vol.
127 c.35)
A
di 7 settembre 1707
Venne a questa chiesa per
render grazie alla Beatissima Vergine , Girolamo di
Leonardo da Lilofreno Terra del Regno di Napoli territorio d’Abruzzo e diocesi
di Rieti per esser stato liberato dalla saetta, quale avendolo colpito in mezzo
al collo, et in un braccio, e strisciato in una gamba con lasciarlo
notabilmente scottato e segnato, non l’uccise, anzi per intercessione della
Beatissima Vergine della Quercia non restò in alcuna parte stroppiato. Grazie
al Signore.
Il fatto successe il di 10
maggio 1707; ritrovandosi in una selva a piedi di un faggio. A tal’esposto furono presenti anche li compagni che lo viddero
nel pericolo et asserirono esser tutto vero, et erano cinque o sei et il padre
lettore fra Serafino Magnani domenicano, et altri di Viterbo.
Fra Giovan Antonio
Mannelli sagrestano maggiore
(N.M.Torelli 1725 p. 30
Pietro
Felli - 1707
( A.S.M.Q.
vol. 127 c.35)
A
di detto [ 7 settembre 1707]
Venne parimente Pietro
Felli del detto luogo di Lilofreno per esser stato liberato da una flussione
che gli haveva fatto crescere la carne fuori dell’occhio destro in tal modo,
che era più grosso assai
d’un uovo grosso di gallina; si raccomandò alla Beatissima
Vergine e restò sano in breve tempo grazie alla Beatissima Vergine, et in fede
Fra Giovan Antonio
Mannelli sagrestano maggiore
(N.M.Torelli
1725 p. 269)
(N.M.Torelli 1725 p. 304)
Antonio di Filippo - 1715
( A.S.M.Q.
vol. 127 c.35)
Antonio di Filippo della
terra di Lofreno nel mese di giugno prossimo passato[1715] ritiratosi per la
pioggia a piè d’una noce cadde all’improviso un fulmine su la noce un braccio sopra della testa del sudetto Antonio, che
da una schiegia restò ferito nella testa dalla parte sinistra, e nella medesima
parte dal fuoco gli furono abbrugiati li capelli; e per la percossa ricevuta,
per il timore e spavento cagionati dal fuoco, cadde quasi gia morto in terra.
Accorse il padre, che era alquanto lontano, e presolo nelle braccia gia
spirante, l’avvotì alla Beatissima Vergine, e subito
incominciò a rihaversi, e riebbe poi perfettamente la salute. Et in questo
giorno trenta agosto fu assieme con il suo padre a
ringraziare
Fra Angelo Maria Crispoldi
sagrestano maggiore mano propria
LEONESSA
GiovanBernardino - 1591
(T. Bandoni1631 pp.116-117)
E
l’anno 1591. GiovanBernardino da Lionessa fuori della Terra, mentre che attualmente diceva
Donna
Angela - 1628
(T. Bandoni1636 pp.75-76)
Nicolò Moretti - 1629
(T. Bandoni1634
pp.15-16)
A
di 25 decembre 1629. Il signor Nicolò
Moretti savoiardo, habitante in Lionessa, disse che
alcuni giorni adietro, partitosi di Lionessa, aquando fu vicino a Vallerano, in
un fosso cupo li cadde il mulo addosso, e rimanendo la gamba manca di sotto,
non potendosi aiutare ne lui , ne il mulo, patendo dolori estremi, et interni;
stando così buona peza di tempo, e se bene gridava aiuto, non era chi lo
sentisse. Cominciò a chiamare
Giuseppe
Scagnone – 1633
(T. Bandoni1634
pp.15-16)
A
di 16 di luglio 1633.
Il signor Gioseffe
Scagnone da Leonessa, narrò come essendo questo
signore ammalato di febbre continua, e pontura, era gia stato spedito da
medici, ne vi era più speranza di vita, e di già il nome era corso per
Non mancò
questa gran Regina di satiare il suo desiderio, cibandolo del frutto della
parfetta sanità restituitagli, venne egli in persona con tutta la sua
famiglia e servitori a rendergliene le dovute gratie.
Questo successe a dì 16 di luglio 1633, come appare per relatione data da lui sottoscritta di sua propria
mano
Valentino
Pulcini – 1685
( A.S.M.Q.
vol. 127 c.20 v)
A
di primo febraro 1685
Il signor Valentino
Pulcini da Leonessa d’età di 66 anni ritrovandosi in letto con dolori de’ calcoli in letto , et sopragiuntoli una febre maligna spedito
da’ medici et ricevuti i Santissimi Sacramenti . Le sue figliole li diedero del
legno della Beatissima Vergine della Quercia, et mostratoli una
immagine di detta Vergine subbito megliorò et in pochi giorni restò
totalmente sano et venne con tutta la sua famiglia a renderne gratie alla
Madonna.
Fra Vincenzo Peroni
Sagrestano maggiore mano propria
(N.M.Torelli 1725 p.
321)
GiovanFrancesco
Vanni – 1721
( A.S.M.Q.
vol. 127 c.67 v)
A
dì 29 detto[giugno] 1721
GiovanFrancesco di Pietro
Vanni da Leonessa venne a posta dal suo paese a fare le sue
devozioni in questa nostra chiesa, lasciarci alcune messe e in voto una camicia
quella che havea indosso quando ricevette la grazia poichè stando nel mese di
Giugno prossimo passato petendo dolori acerbissimi per non poter orinare,
raccomandatosi a questa Santissima Vergine felicemente orinò, e li cessarono i
dolori, come attestò di propria bocca.
Fra domenico Maria Borrini
MONTE S.GIOVANNI
Stefano di
Giovanni - 1716
( A.S.M.Q.
vol. 127 c.61 )
Stefano di Giovanni dal
Monte S.Giovanni diocesi di Rieti, andando alli 8 di maggio dell’anno scorso
1716 verso le due ore di notte in un orto di cipolle, gli fu tirata
un’archibugiata, e fu colpito nella gamba sinistra, nella di
cui polpa restorno due terzarole, et altre due ne restorno nel piede della
medesima gamba.
Temè grandemente di restar
stroppiato, e perciò ricorse all’agiuto della Beatissima Vergine della Quercia,
a cui con somma devozione si raccomandò, e fece voto di venirla a visitare.
Doppo due mesi d’infirmità
ricuperò la parfetta salute e restò libero senza
alcun’impedimento.
In questo giorno quindici
maggio è venuto a sodisfare il suo voto ringraziando
Fra Angelo Maria Crispoldi
sagrestano maggiore mano propria
MONTEBUONO
Francesco
Melone - 1708
( A.S.M.Q.
vol. 127 c.45 )
A
di detto [4 giugno ]1708
Successivamente
havendo esposto la sopradetta gratia udita da uno de sopradetti testimonij,
Francesco Melone da Montebono in Sabina disse in presenza delli detti, che
essendogli pigliata una gran febre a freddo et invocato l’aiuto della
Beatissima Vergine della Quercia con dire Madonna Santissima della Quercia
...pigliatemi, e liberatemi da questa infermità, subito restò sano parendogli
che uno gli havesse levato da dosso il male con le mani. In fede
Fra Giovan Antonio Manelli
sagrestano maggiore mano propria
Io Giovan Battista Grossi
fui presente a quanto sopra mano propria
Io Andrea Iacopone da
Marta fui testimonio mano propria
Io Francesco Meloni da
Monte Bono esposi la sopradeta gra[t]ia mano propria
MONTENERO
SABINO
( A.S.M.Q.
vol. 127 c.63 )
A
di 27 giugno 1718
MONTOPOLI
DI SABINA
A Montopoli esiste Il quadro dell’altare fu regalato agli abitanti di
Montopoli dai padri domenicani custodi della chiesa della Madonna della Quercia di Viterbo.
Maria Maddalena Giordano - 1665
( A.S.M.Q.
vol. 127 c.13)
Nel mese di marzo 1665
Maria Madalena da MontePolo nell’Abazia di Farfa figlia d’Antonio Giordana havendo una
spina ventosa nel piede sinistro cha ne fu travagliata per lo spatio di tre
anni, doppo molte diligenze de cerusici , e spese facte senza giovamento alcuno vedendo con la madre
non esservi remedij humani ricorse alla
Vergine della Quercia della quale era devota per la salute della figlia ; gran
cosa in spatio di ventiquattr’ hore restò la figlia guarita si saldorno le
piaghe che haveva in quattro luoghi del piede, e particolarmente nell’osso
della gavolla che era scoperto tutto e si coprì di carne come non havesse hauto
niente, onde in rendimento di gratie venne in questa fiera di maggio del
medesimo anno venne la madre suddetta
con la figlia.
(A.Borzacchi 1696 pp.
283-284)
(N.M.Torelli 1725 pp.
353-354)
POGGIO
MIRTETO
Francesco Ricci - 1656
Nel 1656 il Sig.
Francesco Ricci da Poggio Mirteto infermo di febbre
continua per 8 mesi era ridotto a morte, e per ultimo rimedio s'ínvotì a
questa Beatissima Vergine in breve restò sano".
(Acquerello- 1619- Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.217 Bibl.
Besso Roma)
(V. Malanotte
1666, p. 212 )
Giovanna di Girolamo- 1708
( A.S.M.Q.
vol. 160 c.46)
A
di 16 agosto 1708
Venne a render gratie alla
Beatissima Vergine Giovanna di Girolamo di Gioseppe suo marito ambi dal Poggio
Merteto diocesi di Sabina per esser stata liberata per intercessione della
Beatissima Vergine sotto il titolo della Quercia da pericolo evidente di morte,
nel quale si trovò per gravissima febre doglie et
altri mali; aggiuntavi la gravidanza vicina al parto, quale anche aggravò il
pericolo, perchè l’acutezza del male fece che gli morisse il mabino nel ventre
senza che potesse mandarlo fuori naturalmente; che però fu necessario tirarlo
fuori con arte per mezo de chirurghi con i ferri; ritrovandosi la detta in tali
angustie fè voto con il detto suo marito di venire a visitare la chiesa della Beatissima Vergine della
Quercia di Viterbo se restava libera da tal pericolo e fu esaudita, perchè
riuscì benissimo la detta operazione et in breve fu libera dalla febre .
Il tutto essendo essendo venuta a sodisfare il suo voto narrò in
presenza degl’infrascritti che si sottoscrissero. In Fede
Fra Giovan Antonio Manelli
sagrestano maggiore mano propria
Io Lucia Silvestrelli fui
presente a quanto sopra mano propria
Io Giuseppe Silvestrelli
fui presente a quanto sopra mano propria
POGGIO MOIANO
L'edicola della
Madonna della Quercia si trova fuori dal centro
abitato, in aperta campagna, ai piedi di una grande quercia. E' situata su un
trivio: una via porta all'abitato di Poggio Moiano ed un'altra sulla via
Licinese, che collega
Nell’edicola c'era
anche una mattonella con un'immagine della Madonna della Quercia di Viterbo, poi
rubata.
Era stata donata da
Don Sante parroco di S.Maria della Quercia di VIterbo
. Don sante negli anni ‘80
portò a Poggio Moiano l'immagine della Madonna e celebrò una
Messa nell'edicola.
Sulla funzione che
il piccolo luogo di culto aveva nel passato è significativa
la testimonianza del signor D'Attilia Lello, ex segretario comunale di
Monteleone Sabino. Egli racconta che in gioventù, quando veniva a piedi a
Poggio Moiano per lavorare, incontrava spesso per strada un'anziana signora, la
quale narrava che la gente si recava all'edicola per chiedere grazia o per
ringraziamento di averla ricevuta.
(Testo e foto di
Andrea Del Vescovo)
Il paese di Poggio
Moiano era frequentato
anche dai padri domenicani, custodi del santuario di S.Maria della Quercia di
Viterbo, chiamati a predicare durante il
periodo quaresimale
( A.S.M.Q.
vol. 160 c.41v )
Die
16a aprilis[1594] hauti dal padre Soderino scuti quattro et baiocchi venti di
quatrini et baiocchi octanta di pauli portati dalla predica
di Poggio Moiano che son in tutto scuti cinque
RIETI
Beata Colomba da Rieti - 1488
(Acquerello- 1619- Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.207 Bibl. Besso Roma)
(N.M.Torelli 1725 pp. 63-67)
ROCCANTICA
Nicola di
Campagna – 1611
(Acquerello- 1619- Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.84 Bibl. Besso Roma)
Vedi: ms. Bandoni, c. 88v; Bandoni 1628 p. 131; Malanotte 1666, p. 121; Peroni 1685, p. 114; Borzacchi 1696, p. 147.
Fabrizio
Cicani – 1629
(T. Bandoni
1634 p.11)
A
di 7 detto [ ottobre 1629] , Fabritio
Cicani da Rocca Antica di Sabina, il carneval passato gli fu tirata
un’archibugiata con quattro quadrelli nella spalla sinistra, con pericolo di
morte; si votò alla Madonna e di subito guarì e rimase libero
TORRI IN
SABINA
Ambrosio
Martelli – 1585
(Acquerello- 1619- Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.49 Bibl.
Besso Roma)
(T. Bandoni
1631 pp.97-98)
VIA
SALARIA
Chiesetta
della Madonna della Quercia