VITERBO LA Quercia,
Bagnaia, Grotte S.Stefano, Fastello, Monte Calvello, Roccalvecce, S.Martino, Tobia
Miracoli e grazie
operati da Dio
per intercessione
della
Madonna della Quercia
in favore degli abitanti
di
V I T E R B O,
La
Quercia,Bagnaia,Grotte S.Stefano,Fastello,
Montecalvello,Roccalvecce,S.Martino,Tobia
tratti da ex voto,
manoscritti e libri
secoli XV-XIX
INTRODUZIONE
Era consuetudine, a partire
dal 1571, dare alle stampe quasi ogni 10-20 anni i racconti dei miracoli e delle grazie
operati da Dio per intercessione della Beatissima Vergine venerata come Madonna
della Quercia.
I libri, di solito, erano
scritti dai sacrestani maggiori della Basilica della Quercia, testimoni dei racconti che i devoti di Maria facevano
nel momento che venivano a ringraziarla nel suo santuario per il miracolo ricevuto.
Quest’opera di divulgazione
e testimonianza si è interrotta con l’ultimo libro scritto dal domenicano
francese padre M.Chery nel 1869.
Ho voluto riprendere tale
consuetudine iniziando a raccontare i
miracoli e le grazie ricevuti dagli abitanti di Roma, centro spirituale della nostra
Fede e come omaggio all’unica confraternita ancora esistente dedicata alla
Madonna della Quercia:
Poi sono passato a
raccontare i miracoli che
Questa raccolta è dedicata a
VITERBO e ai suoi abitanti che per primi hanno provato l’amore che la
Vergina Santissima nutre verso di noi,
suoi figli.
E’ dedicata a tutti coloro
che hanno provato la mistica
dolcezza della Madonna della Quercia, accanto alla quale
molti spesso si sono fermati a chiedere
aiuto , con la speranza, anzi la certezza che rivolgeranno ancora a Gesù e alla Madre celeste le loro
preghiere per tutta la comunità dei devoti di Maria.
Le storie sono riportate
così come sono state scritte all’epoca, volendo evidenziare la storicità del
fatto e la freschezza, talvolta l’ingenuità, dei racconti.
Come gli autori di una
volta, anch’io ho voluto essere solamente il testimone dell’accaduto,
desiderando riaffermare ciò in cui credo fermamente:
Maria, madre di Dio e madre nostra non ci lascia né ci
lascerà mai soli.
Per rafforzare tale concetto
voglio riportare le parole del grande poeta Dante Alighieri che nel XXXIII
canto del paradiso fa dire a san Bernardo:
Vergine madre, figlia
del tuo figlio
umile ed alta più che
creatura,
termine fisso d’eterno
consiglio,
tu se’ colei che
l’umana natura
nobilitasti sì che ‘l
suo fattore
non disdegnò di farsi
sua fattura.
Nel ventre tuo si
raccese l’amore
per lo cui caldo ne l’eterna
pace
così è germinato
questo fiore.
Qui se’ a noi
meridiana face
di caritade, e giuso,
intra i mortali,
se’ di speranza
fontana vivace.
Donna se’ tanto grande
e tanto vali,
che qual vuol grazia
ed a te non ricorre
sua desianza vuol
volar senz’ali.
La tua benignità non
pur soccorre
a chi domanda, ma
molte fiate
liberamente al
dimandar precorre.
In te misericordia, in
te pietate,
in te magnificenza, in
te s’aduna
quantunque in creatura
è di bontade.
Gianfranco Ciprini
La
Quercia 12 settembre 2010
Festa
della Madonna della Quercia
INIZIO DEVOZIONE
1417
"Anno Domini
14671 mense augusti die quinta decima F.Thoma[sius] Ban[donius]. Nel campo Gratiano
sopra una Quercia fu posta una tegola dipintavi dentro una Madonna acciò
che li viandanti portassero rispetto al luogo per li continui amazzamenti e
latrocini che si facevano". 1) Prima di
"1467" originariamente è stato scritto "1619" la data
dell’acquerello.
Acquerello di
Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal
“Libro dei Miracoli” p.8 Bibl. Besso
Roma
Vedi anche:
Cronica di Anzillotto viterbese,a cura di F. Cristofori, p. 144; ms. 113, c. l;
ms. Bandoni, c. 6; Bandoni 1628,p. 9; Malanotte 1666, p. 2; Chery 1869, p. 1 l;
la scena è dipinta nella Sala della Madonna dei Palazzo dei Priori di Viterbo.
Battista Juzzanti venera l’Immagine 1417- Affresco palazzo Comunale Viterbo , sala
Madonna della Quercia sec. XVI
Niccolò della
Tuccia Codice Riccardiano,1941 f 67r - Firenze
Le note e le
osservazioni sono del prof.Giuseppe Lombardi
A.S.M.Q. vol.113 c.1 fra Vittorio d’Arezzo 1576
Al nome sia de
Dio et della Gloriosa Vergine Maria, protetrice di questa santa casa et di
tutti i santi et sante della celestial corte.
In questo libro si scriverano le cose più notabili et
ricordi apartenenti alla chiesa et sagrestia di Santa Maria della Quercia di
Viterbo
In prima, Ricordo come questo nostro luogo dove è hora
la chiesa et convento si chiamava il campo gratiano et era luogo incolto et
selvatico et boschareccio, in quel tempo si trovava in Viterbo uno certo Mastro
Batista Magnano molto timorato de Iddio et devoto della gloriosa Vergine Maria
il quale lanno 1417 fece dipingere in uno tegolo di quelli si cuoprono i tetti
una inmagine della gloriosissima Vergine Maria con il suo figlio in collo, a un
certo pittore detto per nome suo proprio Monetto et a comune e publica
devotione detto mastro Batista portò tale inmagine gloriosa in un luogo detto e
chiamato tra le vigne, et quivi nella
publica strada apese a una quercia dove era insiemi una vite salvatica, et
risguardava nella via publica et questo è il luogo proprio et la medesima
figura che hoggi si vede et da cristiani dell’uno e laltro sexo debitamente si
honora. Quantunque detta gloriosa inmagine stessi da che vi fu portata quasi
incognita presso a cinquanta anni perché
altri non l’adorava se non certe donnicciole che quivi passavono è ben vero che
l’albero stesso quale reggeva un tanto glorioso thesoro preciosissimo quanto li
fu possibile concesso dalla natura imperò che inchinando et restringendo
et [c.1v] racogliendo insiemi i suoi rami li fece uno bellissimo et naturale
tabernaculo maraviglioso ali occhi de i risguardanti a tal che oltre la gratia
e devotione che gettava la benedetta inmagine si agiungeva ancora il
maraviglioso artifitio naturale dello ornamento
che faceva la quercia.
1417 inizio devozione Nelli cc. 9 e 10
Alcuni passanti si fermano a
venerare la Madonna chiamata “ della Cerqua”
Affresco palazzo Comunale Viterbo , sala Madonna della Quercia sec. XVI
“Tra Viterbo e Bagnaia c’è un TESORO”
PIER DOMENICO ALBERTI
Eremita di Monte S.Angelo
1450
"Uno heremita molto tempo avanti che la Madonna
mostrasse miracoli disse che in questo Campo Gratiano v'era un tezoro onde
molti cavando in in più luoghi non trovando nulla querelansi del detto heremita,
li manifestò che il tezoro stava sopra la Quercia. Il nome del qual romito
era Pier Domenico Alberti senese e di santa vita e per arricchire il suo
romitorio e Chiesa la prese portandola via ma subito la Santissima Vergine
riannò al suo primo luogo del che accortosi il romito perciò si mosse poi a
dire quanto di sopra si è detto". F. Albertus a Navi Superior , Lector scribebat
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.10 Bibl. Besso Roma
Vedi anche : Nelli 1571 c.9 ; ms. Bandoni, c. 6; Bandoni 1628, p. 10; Peroni 1685, p. 9; Borza hi 1696, p. 9; Torelli 1793, p. 3; Chery 1869, p. 14.
Il miracolo è dipinto nella lunetta n. 1 del Chiostro
dalla Cisterna.
Nelli p.9
Torelli 1725
p.3
Pierdomenico Alberti, Chiostro della Cisterna , affresco 1630
Res Historicae, G.A.Manelli 1711 ms., A.G.O.P. vol. XI9500 c.2
Nell’anno
sudetto(1447) dimorava in un romitorio situato in um monte distante un miglio
dalla Quercia chiamato S.Angelo dalla chiesa dedicata a gloria di Dio et
dell’Arcangelo S.Michele un santo Romito senese detto Pier Domenico
Alberti. Questo illuminato da Dio
conoscendo il tesoro che rendeva conspicua detta selva, lo rapì per arricchire
la sua chiesa e se medesimo di virtù.
La
Beatissima Vergine però che havea determinato render celebre la fortunata quercia, e quivi dispensare al
mondo tutto miracoli e gratie, fece che
ben presto ritornasse invisibilmente ad appendersi nel primiero luogo la
miracolosa imagine. Conosciuti per tal miracolo dal santo romito i desideri del
Cielo, non ardì più di toccarla, ma prostrato alle radici dell’albero, non
potea satiarsi di prestare ossequij alla gran Vergine Madre avanti questo suo
prodigioso ritratto. Accendevasi ogni giorno più il di lui spirito di devoti
affetti; ne potendo più racchiudere il santo fuoco , andava dicendo” fra
Viterbo e Bagnaia nella pubblica strada vi è un gran tesoro” . Non voleva
l’huomo do Dio per humiltà dire di vantaggio; ma benchè fuggesse gli applausi
del mondo, era non di meno in tanto credito
che molti prestaron fede alle sue parole; credendosi però che verificarsi
dovessero del tesoro materiale d’oro e
d’argento si posero a scavare in più luoghi di detta strada. Ciò veduto dal
sant’huomo , non potendo tolerare il danno del prossimo gli disse finalmente
che ogni loro fatica era vana, stante che il gran tesoro era l’immagine della
Madonna santissima che stava sopra la quercia.
La Chiesola di S.Angelo
L’Eremo di Pierdomenico Alberti , esterno ed
interno , nei pressi di Campo S.Pietro ai piedi della Palanzana
“La chiesola” in alto a destra , Affresco Palazzina Gambara , particolare
Bandoni 1628 p.10
Bandoni 1631 p.III
…da questo s’è presa la devozione d’andare al
Monte S. Angelo tutte le feste di Maggio , poiché in quel mese tolse il devoto
Romito la Madonna, e da se medesima ritornò sopra la Quercia, et ogni giorno cresce
la devozione , e concorso alla gloriosa Madonna.
BARTOLOMEA – 1465 ?-
“Madonna Bartolomea
Viterbese molto devota verso questa santa imagine pensò far un pio furto e
levatola dall'albero portorsella a casa ma la mattina seguente andata
nell'Oratorio ove posta l'haveva per farvi oratione non la ritrovò onde
subito portosi con ogni diligenza a cercarla, la ritrovò alla cerqua
pendente come prima e ripigliandola la seconda volta la riporto a casa e
dentro la cassa reserrolla a chiave ma il tutto invano poscia che
miracolosamente ritornò al suo luogo". F.
Albertus a Navi lector et superior scribebat 7 octbris 1659
Acquerello di
Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal
“Libro dei Miracoli” p.12 Bibl. Besso
Roma
Vedi anche :
Nelli 1571, c. 10; A.S.M.Q. Vol. ms. 113, c. 17; ms. Bandoni, c. 7; Bandoni
1628, p. I I; Malanotte 1666, p. 10; Peroni 1685, p. 10; Borzacchi 1696, p. 9;
Torelli 1793, . 3‑ Chery 1869, p. 17.
E anche la “Sala della
Madonna dei Palazzo dei Priori di Viterbo e nella lunetta n. 2 dei
Chiostro della Cisterna.
Per il che una devotissima donna chiamata Bartolomea
vi dimorava lunghissimo tempo tirata dalla devotione e vaghezza di tale
inmagine , non si acorgendo lei propria della lungheza del tempo che vi
dimorava et havendo frequentato questa devotione molti anni, accesa sempre più
della devota figura non satia di vederla, pensò fare uno devoto et pietoso
furto et per poter meglio godersi tali
delitie spirituali si risolvè portarsela a casa e così fece, dove la sera
rinserata in camera con incredibile contento lungamente vi fece oratione.
Andatosene a riposare , la gloriosa Vergine
miracolosamente se ne ritornò nel primo luogo. Dove destatosi la donna
et con grandissima allegrezza levatosi
per fare oratione alla tanto amata inmagine non la ritrovò, onde restata fuora
di se non sapeva che si fare et pensando
l’havessero levata i suoi di chasa si tacque, non sentendo a nessuno perlarne
di chasa, se inmaginò quello che era cioè
che si fussi a casa, o al tabernacolo proprio da lei eletto ritornata
miracolosamente, onde con prestezza se ne ritornò ai soliti negoci. Doppo non
molto tempo di nuovo si asicurò portossi a casa tanto thesoro, et la benedetta
Madre come prima se ne ritornò al luogho suo eletto.
A.S.M.Q. vol.113 c.1v, fra Vittorio d’Arezzo 1576
Bartolomea, viterbese, ruba
la tegola che miracolosamente ritorna
sulla quercia
Affresco palazzo Comunale Viterbo , sala Madonna della Quercia sec. XVI
1465 Bartolomea Nelli cc.10,10v,11
Pestilenza – estate 1467-
1417 Niccolò della Tuccia , Comunale Vit. copia
Riccardiana pp.176,177
...
1417
Niccolò della Tuccia Ciampi p.91
1467 peste, fra Michele, 1509 c.1
Tunc temporis Viterbium civitas grandi pestilentia laborabat
et gratia beatissime Virginis ad nihilum est redacta …
In quel tempo una
grande pestilenza aveva colpito la città
di Viterbo e per l’intervento della Beatissima Vergine fu debellata …
Affresco palazzo Comunale Viterbo , sala Madonna della Quercia sec. XVI
Permesso, dato dal Vescovo di Viterbo,
cardinal Pietro Gennari, il 26 agosto 1467, di costruire
un altare, ai piedi della quercia dove
era stata collocata la Sacra Immagine di Maria
e di celebrarvi
la S.Messa
A.S.M.Q rotolo pergamenaceo , a/13
In Nomine
[Domini] amen. Anno Domini nostri Jesu Christi a nativitate eiusdem millesimo
CCCLXVII, indictione XVa, pontificatus Sanctissimi in Christo Patris
et Domini nostri Domini Pauli dignissimi pape Secundi , die vigesima sexta
mensis augusti.
Universis et
singulis hoc presens publicum instrumentum inspecturis pateat evidenter quod in
presentia mei notarii et testium infrascriptorum ad hec spetialiter vocatorum
habitorum et rogatorum.
Constituti
personaliter coram reverendo patre et domino Domino Petro, Episcopo Viterbiensi
et Tuscanensi, in loco infrascripto nobiles et egregii viri Nicola Tuscie, ser
Christofanus Altubelli et ser Thomas ser Johannis Thomassi de numero
magnificorum dominorum priorum inclite civitatis Viterbii, de consensu et
voluntate aliorum dominorum priorum eorum collegarum, prout ipsi asserverunt,
et ser Dominicus infrascriptus fidem
fecit.
Et vice et
nomine Comunitatis Viterbii exposuerunt prefato Domino Episcopo cum sit notum
ac notorium per totam civitatem Viterbii, etiam sue reverende paternitati et
omnibus locis et terris circumstantibus qualiter nuper apud quamdam Imaginem
Gloriose Virginis Marie in quadam arbore quercus appensam in tenimento
Viterbii, in contrata Grazani prope dictam civitatem Viterbii, quod plura
miracula evidenter visa sunt et quotidie ex ea videntur et in dies videri
speratur, propterea que non tantum cives Viterbienses, sed etiam omnes et
singuli convicini et Populi circumstantes maxima devotione ad ipsam Imaginem
Gloriosam concurrunt, quapropter prefata Comunitas Viterbii intendit et maximo
desiderio optat in loco predicto quandam ecclesiam et cappellam hedificari
facere ad honorem et laudem Omnipotentis Dei et eius Sanctissime Matris
Virginis Marie et ad perpetuam memoriam prefati Ymaginis.
Propterea
prefati Domini Priores maxima instantia nomine dicte Comunitatis petierunt
eisdem licentiam per prefatum Dominum Episcopum dari et concedi dictam
ecclesiam et cappellam hedificandi et hedificari facendum cum auctoritate
ibidem celebrandi missas et cetera alia spectantia ad divinum officium faciendi
et super predictis auctoritatem interponere ad hoc ut dicere possit locus pius
et ecclesiasticus.
Qui Dominus
Episcopus prefatus, audita petitione facta per prefatos dominos priores, vice et
nomine prefate Comunitatis Viterbii, fore et esse iustam et redumdare ad
maximam devotionem populi civitatis Viterbii et aliorum circumstantium,
prefatis Dominis Prioribus presentibus et recipientibus nomine Cominitatis
predicte dictam ecclesiam et cappellam hedificandi et hedificari faciendi et
ibidem ecclesiastica sacramenta ministrandi et conferendi hac missas celebrandi
et omnia alia et singula faciendi et dicendi,
que spectant
ad laudem Domini Nostri Iesu Christi et sue Matris Gloriose Virginis Marie et
ad divinum officium sua auctoritate ordinaria licentiam omnimodam benigne et
gratiose dedit atque concessit, ita quod amodo et deinceps locus ipse sit pius
et ecclesiasticus et pro pio et ecclesiastico decrevit et haberi ac reputari
voluit.
Super quibus
omnibus et singulis prefatus Dominus Episcopus auctoritatem suam ordinariam
interposuit et decretum rogantes me Notarum infrascriptum, una cum egregio viro
Ser Dominico Ser Zacharie notario publico de Viterbio, ut predictis publicum
conficeremus instrumentum.
Actum
Viterbii in palatio episcopatus in cammera solite residentie prefati Domini
Episcopi, presentibus Venerabilibus viris domino Bartolomeo Cole, domino
Benedicto et domino Lodovico Iannis Veltri, canonicis ecclesie Sancti Laurentii
viterbiensis et nobilibus viris Ser Iacobo Iohannis Nicolassi et Ser Leonardo
Iacobi Iohannis Gaglardi de Viterbio, testibus ad predicta vocatis, habitis et
rogatis.
Et ego
Augustinus de Ciosis, presbitero viterbiensi, apostolica et imperiali
auctoritate notarius et iudex ordinarius, predictis omnibus et singulis dum sic
agerentur et fierent presens interfui et ea una cum prefato ser Dominico
rogatus scribere et publicare scripsi et publicavi, signum quoque meum apposui
consuetum .
Signum mei Augustini Notarii predicti
+ Ego Bartholomeus Cole viterbiensis canonicus, testis ad
predicta vocatus, habitus et rogatus que, ut premictuntur, fuerunt stipulata,
ideo vera fuisse et esse confiteor et manu propria subscribo.
+ Ego Ludovicus Ioannis, canonicus viterbiensis, testis supra nominatus,
quia predictis omnibus interfui, et ea omnia prout scripta sunt vera esse novi.
Ideo ad maiorem fidem premissorum, me propria manu subscripsi.
+ Ego Benedictus Cole canonicus viterbiensis et testis prenominatus,
quia predictis omnibus interfui, vera fuisse et esse fateor et ideo me
subscripsi
1417 30 agosto , Niccolò della Tuccia ,
Comunale Vit. copia Riccardiana pp.178,179
1417 , 30 agosto, Niccolò della Tuccia,
Ciampi p.92
30
agosto 1467- 14 comunità si recano in
pellegrinaggio ai piedi della Madonna della Cerqua
Affresco palazzo Comunale Viterbo , sala Madonna della Quercia, sec. XVI
30
agosto 1467- 14 comunità si recano in
pellegrinaggio ai piedi della Madonna della Cerqua.
ASMQ
vol.113 c.2v ,fra Vittorio d’Arezzo, 1576
[ e tanto si sparse]
la fama per il Patrimonio di che in uno medesimo giorno del anno
sopradetto 1467 [30 agosto] , vi concorsero quatordici
comunità et furono queste Toschanella,Caprarola,CArbognano, Bassano[in
Teverina] , Soriano, Civitella, Bagnaia, Buomarzo, Vetralla, Lugniano,
Chanapina, Montefiascone, Vitorchiano, Ronciglione et molti altri circumvicini
, et tutte queste comunità diedero 25 scudi per una, et in questo giorno fu
stimato il concorso de populi arivossi al numero di quarantamila persone
CAVALIERE viterbese
Primi giorni settembre 1467
“Nel 1467 nel mese di
settembre un certo homo viterbese fugendo da suoi nemici che assallito
l'havevano s'imboscò nel'antica e folta selva vedendosi arrivato da
persecutori temeva della vita e alzando gli occhi vidde sopra i rami d'una
cerqua l'immagine di Maria alla quale raccomannossi... mentre quelli
arivatolo col armi alla mano per ferirlo glielo rese invisibile per
sottrarlo dalla loro crudeltà". F. Albertus a Navi lector et
superior scribebat. 17 octobris 1659
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.14 Bibl. Besso Roma
Vedi anche :
Nelli 157 1, c. 11; ms. Il 3, c. 2; ms. Bandoni, c. 8; Bandoni 1628, p. 13;
Gallesi 1642, p. 9; Malanotte 1666, p. 1 l; Peroni 1685, p. 11, Borzacchi 1696,
p. 9; Torelli 1793, p. 5; Chery 1869, p. 21.
Il miracolo è dipinto nella Sala della Madonna del
Palazzo dei Priori di Viterbo, nella facciata posteriore dell'edicola del Bregno,
nella lunetta n. 3 del Chiostro della Cisterna
Affresco
palazzo Comunale Viterbo , Sala Madonna
della Quercia sec. XVI Tempietto del
Bregno. Affresco di
Michele Tosini 1570
Primi
giorni settembre 1467- Un cavaliere
viterbese è reso invisibile.
ASMQ
vol.113 c.2 ,fra Vittorio d’Arezzo 1576
“…L’anno
1467 nel mese di settembre in questa maniera andò il caso. Questo povero homo
haveva una grandissima moltitudine di nemici che del continuo lo cerchavono,
ocorse che un giorno infra li altri fu visto da loro et con gran fretta il
seguitorno per darli morte trovandosi solo et disarmato: per un pezzo si servì
delle armi della gambe movendole con gran fretta fuggendo la rabbia de nemici .
Al ultimo vinto si dalla stracchezza si ancora dalla vicinanza delli nemici che
di gia l’havevono arivato: arivò alla felice quercia dove la Gloriosa Vergine
si riposava, et alzando locchio a quella con tutto il cuore quanto più poteva
se li racomandò lo volessi socorrere in tanto pericolo gettandosi in tutto
nelle braccia della gloriosa madre; et gettandosi sotto la quercia si fermò:
sopragiungendo i suoi nemici et considerando che non poteva essere passato in
nanti si derno a cercare con ogni diligenza qui intorno, a tale che cercando
nel proprio luogho dove stava ascosto
che quasi lo toccavono non poterno mai vederlo essendo coperto dal
misericordioso manto di Maria Vergine. Havendo cercato e non trovato si
partirno e questo homo trovandosi libero non ingrato del beneficio doppe le
rese gratie a Maria Vergine se ne andò in Viterbo et con grandissima eficacia
del dire cominciò a predicare questo miracolo publicamente, il che sentendo
Bartolomea sopradetta li parve tempo di palesare i suoi doi furti che haveva
fatto et come sempre per se stessa si era ritornata al solito luogo: et con
tanta eficacia et luno e laltro publicorno tali miracoli che la comunità tutta
di Viterbo si mosse a venire a vedere quello che havevono udito…”
Primi giorni settembre
1467- Un cavaliere viterbese è reso
invisibile.
Affresco chiostro della
cisterna sec. XVII
1467 cavaliere viterbese - Nelli cc.11v-13
PROCESSIONE 20 SETTEMBRE 1467
Processione
20 settembre 1467
Affresco
palazzo Comunale Viterbo , Sala della
Madonna della Quercia sec.XVI
Processione
20 settembre 1467
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619
Tratto dal “Libro dei Miracoli”
pp.17,18 Bibl. Besso Roma
...
1417 20 settembre , Niccolò della Tuccia ,
Comunale Vit. Copia Riccardiana pp.180-182
...
1467 20 settembre, Niccolò della Tuccia, Cristofori pp.146,147
1467
La città di Viterbo si consacra alla Madonna della Quercia
Affresco chiostro della cisterna – Ludovico
Nucci 1606
Settembre 1467 , la prima cappellina di
Tavole
Affresco
palazzo Comunale Viterbo , Sala della
Madonna della Quercia sec.XVI
Bandoni T., Scelta d'alcuni miracoli e gratie
fatte dalla gran Signora Madre di Dio, detta e
nominata
la Madonna della Cerqua di Viterbo, Viterbo, 1628 pp.7-9
Borzacchi A., Historìa della B.ma Vergine della
Quercia di Viterbo, Viterbo, 1696
pp. 6-7
Torelli N. M., Miracoli della Madonna della
Quercia di Viterbo e sua istoria, Venezia, 1725
Pagine I-V
Frontespizi di alcuni volumi riguardanti i
“Miracoli della Madonna della Quercia”
A.Nelli
1571
T.Bandoni 1628
A.Borzacchi
1696 N.M.Torelli
1725
Gabriello e
Giovan Francesco, suo figlio
1494
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.186
- Bibl. Besso Roma
"Gabriello da Viterbo al Biedano fu assaltato da
ladroni et per morto lasciato, raccomandossi alla Madonna fu restituito in
sanità con uno suo figliolo 1501 alli 8 d'Aprile".
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli”
p.188/a- Bibl. Besso Roma
"Giovan Francesco figlio di
Gabriello da Viterbo al Biedano fu ferito col padre suo dalli ladroni come si
vede , et lasciato per morto, sanato per intercessione della Madonna della
Quercia".
“ Nell'anno 1494
Gabriello da Viterbo con Giovan Francesco suo figliolo anni 15 andando a
Civita Vecchia al Biedano furno assaliti da 3 ladri uno con la spada
l'altro con lo spiedo il terzo con le frezze onde Gabriello nel
raccomandarsi alla Santissima Vergine della Cerqua percosso dal primo con
la spada nel capo con due colpi mortali e nel fianco e mano destra quasi
restata staccata dal braccio, il secondo passandolo nel fianco da banda a
banda con uno spiedo e il terzo tirantoli quattro frezze in diversi luoghi
caduto in terra e da ladri giudicatolo per morto si posero addoso al figlio
per uciderlo e presolo per la zazera li tirorno un colpo alla volta della
gola con tagliarli gran parte del collo e ricorendo anch'egli alla Vergine
della Cerqua comparvero alcuni della Tolfa e Lumiere che posero in fuga i
ladri e in breve restorno sani delle ferite". F.
Albertus a Navi lector et superior scribebat 17 Octobris 1659 [segue di mano posteriore] Questo
è notato un'altra volta nel fine in due figure distinte.
Acquerello
- 1659-
Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.31- Bibl. Besso Roma
Vedi anche :
ms. Bandoni, c. 28; Bandoni 1628, p. 28; Gallesi 1642, p. 14; Malanotte 1666, p.
19; Peroni 1685, p. 19; Borzacchi 1696, p. 18; Torellì 1793, p. 166.
Il miracolo è
dipinto nella lunetta n. 14 dei Chiostro della Cisterna.
1494 Gabriello e
GiovanFrancesco suo figlio - Affresco chiostro della cisterna sec. XVII
Donna SAVIA – 1499
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.38- Bibl. Besso Roma
“Nella città di
Viterbo occorse che una donna chiamata
Vedi anche:
ms. Bandoni, c. 30; Bandoni 1628, p. 52; Gallesi 1642, p. 13; Malanotte 1666, p. 22; Peroni 1685, p. 22; Borzacchi 1696, p. 22; Torelli 1793, p. 100.
Dipinto nella
lunetta n. 6 del Chiostro della Cisterna.
1499 donna Savia - Affresco
chiostro della cisterna sec. XVII
1499 donna Savia – Bandoni 1636 pp.8e9
GIUSEPPE di BERNARDINO e
ANGELO di MARCANTONIO
1501
Acquerello sec. XVII
Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.38- Bibl. Besso Roma
“…Giuseppe di
Bernardino da Viterbo anco esperimentò l'aiuto di questa Vergine della
Quercia essendo uscito libero della prigione. Angelo di Marco
Antonio di Viterbo e Francesco Recanide furono presi e messi in prigione in
Regnano per haver rubbato un cavallo et un fagotto come appena si raccoglie
del voto che portorno che è una prigione di legno intagliata con quei
carcerati dentro, questi raccomandandosi alla Beatissima Vergine della
Quercia restorno liberi et uscirno di prigione come altri innumerabili che
sono stati liberati di prigione dalli ceppi e da catene e ferri che sono
usciti per l'invocazzione di questa B. Vergine che non si mettono distinti
in nome e millesimi perchè l'antichità e la polvere ha consumati li
caratteri e molti son persi, altri sono senza i nomi".
MAZARINO - 1503
Museo degli ex Voto –Tav. n° 16 – Dipinto
su carta riportato su tavola- 1503
Io Mazarino
lavorando le macine si rivoltò una macina
e chascomi adosso come vedete e fu cavato di sotto per morto racomandami alla
Madonna della Cerqua e fu liberato per sua gratia
1504[1503] Mazarino – Bandoni 1636 p.13
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli”
p.180/a- Bibl. Besso Roma
"Io Mazzario lavorando le macine mene rivoltò una adosso et fui cavato
sotto di quella, come si vede, per morto per gratia della Madonna fui reso in
vita 1524[1503] alli 6 di Ottobre".
1503
Mazarino – Bozzacchi 1696
pp.34-35
GIOVAN BATTISTA SPIRITI
1506
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.156- Bibl. Besso Roma
"L'anno 1502[1506] il sig. Gio. Battista Spiriti viterbese colonnello
di gran valore ritornando di Roma a cavallo dalla ambasciaria fatta papa Giulio
secondo per la sua città, nel luogho detto il Guado fu all'improviso assalito
da molti suoi inimici tanto a piedi quanto a cavallo con armi anco avvelenate.
Fu da quelli ferito in diverse parti e costretto pure a cavallo fuggirsene
verso un gran precipitio detto la rupe di S. Antonio, larga più di 10 braccia,
e profonda più di 60: vedutosi dunque il Nobil Cavaliero serrata ogni strada
naturale. per la dìfesa, o scampo, si voltò a quella che è più potente di un
ordinato esercito e disse: Santissima Vergine della Quercia liberate‑'
delle mani de questi inimici. A questa voce dissero quelli privi di senno
dall'ira e dal furore. Né Cristo né la madre ti camperà dalle nostre mani.
All'horrenda bastemmia ripieno di zelo e confidenza replicò: la Madonna della
Quercia et il suo Figlio mi camperà et essen do già sopra le labbra della rupe,
parveli dì sentire una voce sopra il cavallo, passa dall'altra banda. Mirabil
cosa. Spronato il cavallo come se questo animale fosse stato alato saltò
felicemente dall'altra parte senza lesione alcuna restando gl'inimici delusi e
confusi Portò questo signore la sua statua di un huomo ferito a cavallo, che al
presente si vede e fu sempre devotissimo di questa casa".
Vedi anche :
Nelli 1571, c. 24; ms. Bandoni, c. 40; Bandoni 1628, p. 47; Gallesi 1642, p.
18; Malanotte 1666, p. 15; Peroni 1685, p. 28; Borzacchi 1696, p. 31; ms.
Uomini illustri, p. 379; Torelli 1793, p. 11 l; G. Signorelli «Viterbo nella
storìa della chiesa», vol. Il parte I p. 325).
L'anno è 1506
e non 1502 e la statua (cavallo e cavaliere) era posta davanti l'altare
maggiore della Basilica, a cornu Evangelii (Bussi, l.c.).
Il miracolo
affrescato nella lunetta n. 7 dei Chiostro della Cisterna e sul tufo della rupe
di strada Signorino, fuori Porta Faul.
1506
Giovan Battista Spiriti - Affresco chiostro della cisterna sec. XVII
Viterbo, Strada Signorino,Cava di S.Antonio
– Affresco Giovan Battista Spiriti sec.
XVII
2 Settembre
1507 pagamenti dovuti per la costruzione della statuaA.S.M.Q. Vol. 116 a c. 65
“Et ducati dua baiocchi LXVIIII 1/2 e quali sono per parte della metà di
piú spese facte nel chavallo chome per gesso aguti di più sorte per parte di
legname per cholla pece greca per la tela vestito dellomo cholori di piu
ragioni oro et argento spade olio di linoseme chode di chavallo fogli grossi
pelle pel fornimento, uno paio di staffe Uno di sproni una brigl[ila il cinto
et bolloni dottone per parte di ferro et tavolatura c[i]oe sotto la basa et
spranghe per pennegli stagnuolo fattura di spada et altro chome ne vidde
chonto Vangelista di Sciamanna pertitamente”.
G.B., Spiriti
contribuì alla spesa con ducati 2,5 d oro larghi (cfr. A.S.M.Q. Vol 116, 18 settembre 1507.).
1506 G.B. Spiriti , Nelli cc.23v-24v
Cardinal RIDOLFI -1512
"Il cardinale
S. Giorgio di casa Ridolfi hebbe uno catarro di scherentia pericolo di
morte, ritenuto spedito da medici fece voto alla Madonna della Quercia ci riceve
subito la sanità; et è quello che si trovò presente a quello di S. Casciano
che fu scannato ci sepolto et con il collo fasciato venne alla Madonna et
vedde la ferita et poi la sanità per ella et ce il suo voto primo a mano
manca nel entrare in chiesa: l'anno 1512".
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.168- Bibl. Besso Roma
Vedi anche : ms. Bandoni, c. 62; Bandoni 1628, p. 88; Malanotte
1666, p. 45; Peroni 1685, p. 44; Borzacchi 1696, p. 56;
Torelli 1793, p. 35.
Il miracolo di Dionisio da San Casciano è raffigurato nella lunetta n. 4 del Chiostro
della Cisterna.
1512 Il cardinal Ridolfi con Dionisio
da San Casciano - Affresco chiostro
della cisterna sec. XVII
1512
Cardinal Ridolfi – Bandoni 1636 p.35
Altarolo del
Bregno , il Cardinal Ridolfi e Dionisio da San Casciano – affresco sec. XVII
Catone e Mancino Fringuelli
1532
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.82- Bibl. Besso Roma
Vedi anche :
Nelli 1571, c. 28; ms. Bandoni, c. 68; Bandoni 1628, p. 84; Gallesi 1642, p.
45; Malanotte 1666, p. 54; Peroni 1685, p. 52; Borzacchi 1696, p. 66; Torelli
1793, p. 94.
Il miracolo è
raffigurato nella lunetta n. 23 del Chiostro della Cisterna.
“L'anno 1532 messer Catone, Mancino Frenguello da
Viterbo e Mariano Atti da Toscanella furono carcerati come autori o almeno
complici di certi homicidij succeduti in Viterbo, essendo però tutti e tre
innocenti onde essendo posti con i ferri e peso straordinario di piombo a piedi
in tal maniera chè alli primi dui essendosi aperte le cartilagini sotto le
braccia, si vedevano l'interiora; il terzo per essere forastiero fu trattato
peggio aggiungendovi anco la capra dove appariva morto. Alzato questo di novo su
la corda s'allungò il suo corpo che li piedi toccavano la terra e le mani alla
girella il che veduto dal giudice et altri ministri l'interrogò si havesse
qualche cosa addosso, dubitando che ciò procedesse da qualche stregonaria.
Risposero l'innocenti prigioni non haver altro che l'invocatione della Madonna
della Quercia. Onde stupito il giudice rilasciolli come innocenti. Usciti di
prigione resero gratie alla Beata Vergine portando il voto in statua et è uno
su la corda et è il più grande che sta in chiesa".
1532 , Catone e Mancino
Fringuelli - Affresco chiostro della
cisterna sec. XVII
1532 Catone e Mancino Fringuelli ,
Nelli cc.28v-29
GIOVAN RINALDO MONALDESCHI
1546
“ 1546 Il Sig. Giovanni Rinaldo Monaldeschi
ritrovandosi in Rocca in Viterbo prigione per la vita si raccomandò alla
Madonna della Quercia che li desse via et modo di scampare, ci fece e lo
dato aiuto et uscì dalla prigione et di Rocca et in breve fu demesso: il tutto
attribuì alla Madonna della Quercia et portò il suo voto come al presente
anno si vede per gratia ricevuta".
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.124- Bibl. Besso Roma
Vedi ANCHE : ms.
Bandoni c. 86; Bandoni 1628, p. l2~, Malanotte 1666, p. 76; Peroni 1685, p. 73;
Borzacchi 1696, p. 86; Torelli 1793, p. 96.
1546 G.R.Monaldeschi , Bandoni 1628 pp.128-129
TENTELLA - 1550
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.34- Bibl. Besso Roma
Vedi anche :
Bandoni 1628, p. 136; Malanotte 1666, p. 80; Peroni 1685, p. 76; Torelli 1793, p. 114.
“ 1550 Era nella Città di Viterbo uno valente et nobile cittadino quale nel
arte militare et in defendere l'honore suo et della sua città non haveva pari
havendo piú volte combattuto in stoccate era sempre uscito vittorioso; onde la
città come meritevole li haveva fatto alcuni singuiari privilegij; occorse che
essendo una volta violentato di combattere con uno suo adversario et fatto li
patti ordinari già consueti avanti il concilio di Trento di combattere a solo a
solo che niuno potesse essere difeso ne aiutato in quello steccato; ecco che
entrato a combattere con il suo adversario havendo prima raccomandato l'anima e
il corpo suo alla beatissima Madre di Dio della Quercia sua devota che li fosse
in aiuto quando che nel combattere havendo ferito il nemico et ridutto in
termine che non poteva scampare, se non con chiedere la vita al detto Tentella,
uno parente del suo adversario mosso a sdegno et rabbia contro del detto
Tentella che dovesse essere il vincitore si accostò dietro al detto Tentella et
li tirò una stoccata nel filo delle schiene mortale, questi si raccomandò alla
Vergine della Quercia et ne fu libero et sanato: et portò il suo voto, che
ancora si vede in chiesa".
1550 Tentella, Bandoni 1628 p.136
1550 Tentella, Torelli 1725 p.133
Cardinal Giovan Francesco Gambara
Vescovo di Viterbo
1577
Villa Lante – Palazzina Gambara- Affresco
sec.XVI (1578)
in alto a destra si intravede la chiesa
della Madonna della Quercia
Card.Gambara. Quadro esistente nella
cappella della palazzina Gambara, villa Lante
Stemmi del
Cardinal Giovan Francesco Gambara
Tratto da Frittelli p. 86 Tratto da
Scriattoli p. 57
1577
Card. G.Francesco Gambara , Bandoni 1628
pp.148-149
1577 Card.G.Francesco Gambara . A.S.M.Q.
vol.113 cc.19v-21v
“ …L’anno 1577 adi otto di aprile
che fu il secondo giorno di pasqua di ressurrectione lo illustrissimo et
reverendissimo cardinale Gambaro consecrò la nostra chiesa della Madonna, essendo priore il reverendo padre fra Zanobi
Buonacorsi fiorentino et sagrestano maggiore fra Victorio de Arezzo, et prima
che consecrassi la chiesa fece
uno bellissimo sermone al populo
viterbese il quale convenne a tal consecrazione e con tanto spirito et enfasi parlò
che veramente si vedeva che lo Spirito lo faceva parlare et eccitò molto la
comunità di Viterbo alla devotione di questa benedetta casa, et lodando i frati
assai a tale che si mosse la comunità di Viterbo et fece uno donativo alla
Madonna di settantacinque scudi, venticinque ne donò monsignor Celso
vicelegato, et cinquanta la comunità, de quali denari se ne fa una lampana che
stava dentro alla Madonna retta da doi angeli come si dirà più abaso in oltre
fece voto la detta comunità di fare una città di argento, pregando la
Santissima Vergine gli liberassi da la influentia grande de grilli i quali
l’anno passato tolsero più de la metà delle ricolte et lassorno poi la uova in
tanta quantità che non era possibile habitare più il paese, se non vi fussi usato
grandissima diligenza in cavarle, et poi nati i grilli con la medesima
diligenza, si è cerco spegnerli, et con tutto sieno venute tutte le comunità
del patrimonio a cavarli non di meno per la moltitudine, la comunità pagava e
paga tre giuli la mezza a chi li porta dentro la città per soterargli onde per
questo et mediante il prego et intercessione di Maria Vergine speriamo che il
Signore ci libererà da tanta piaga. Tornando al nostro primo intento , Havendo fornito il sermone cominciò con
grandissima allegrezza e devotione a consecrare la chiesa accompagnato sempre
dal Rev.mo Vescovo della città et dal Rev.mo Vicelegato, dal clero et da tutti
i padri del convento et di santa Maria in Gradi, il populo stava tutto fuori
della chiesa per che il Vicelegato fece venire la militia di Viterbo e sempre
stettero alla guardia et non lassorno entrare persona ne fare tumulto. Et
Consecrato la chiesa et l’altare della Madonna, in nanzi al altare si messe un
paliotto ricchissimo di teletta doro a ricci donato da sua illustrissima
signoria et alla finestra della gloriosa Vergine si messe uno mantellino del
medesimo lavoro, dono del medesimo. Sotto le figure nelle parete a destra e
sinistra si appiccorno cortine di teletta d’argento et di velluto turchino con
frange, come si vedono, che ancora quelle donò il medesimo illustrissimo
signore, in faccia della cappella si appiccorrno sei lampane di argento donate
dal medesimo et hora fa la settima di maggior grandezza che le altre. Ornato
così riccamente la cappella cominciò la messa con grandissima devotione. La
quale fornita publicò la indulgenza che sua illustrissima et reverendissima
signoria concesse insiemi con quella di Nostro Signore…
Non sono fornite qui le amorevoleze
et liberalità di questo illustrissimo et
reverendissimo signore ma del continuo di giorno in giorno experimentiamo la
grandezza del animo suo et la liberalità che usa con questa benedetta casa et
con tutti i padri habitatori di quella, da i quali è amato come padre
amorevolissimo e non solo da i padri di questo convento ma dalla provincia
tutta, onde il Reverendo provinciale con i reverendi diffinitori ordinorno per
quest’anno 1577 nel publico capitolo loro, che tutti i sacerdoti celebrassino
una messa per la conservatione di sua illustrissima signoria, a tale che da noi
è amato come padre et dalla provincia tutta come liberalissimo benefactore.[fra
Vittorio d’Arezzo]
[Scritto in un altro momento] Il
sopradetto illustrissimo et reverendissimo Cardinal di Gambara l’anno 1579 il
giorno della Natività della Madonna venendo a celebrare in questa benedetta
chiesa all’altare della Madonna , doppo l’haver celebrato lassò un calice d’oro
di una libra undici oncie et venti grani di valsuta circa dugentocinquanta
scudi quale havea fatto voto donare nel anno 1577 essendo la peste in gran
parte dell’Italia et maxime in Brescia, se
i parenti et i luoghi del sopradetto illustrissimo cardinale erono
liberati dalla peste, et havendo ricevuta la gratia nel medesimo giorno che
fece il voto revolutis annis fece il dono. “
1577 Card.G.F.Gambara, Borzacchi pp.104-105
1574-77 il Card. G.F.Gambara paga le
pitture della cappella della Madonna .
A.S.M.Q. vol.113 c.7v[7-8]
“ Altro non restava per detta cappella [ della Madonna] acciò
l’avessi il suo compimento et stessi
come era decente alla gloriosissima Vergine et a tanta devotione se non che si
ornassi la volta di stucchi et le facciate di pitture. Ma per che tale impresa
era [c.7v]opera da persone grandi di qui e che la gloriosissima Vergine
ha mosso lo Illustrissimo Cardinale di Gambara a farle ornamento honoratissimo
et l’anno 1574 cominciò a fare dare principio alla volta et farla stuccare
dallo architetto messer Giovanni Malanca romano il quale prese la impresa sopra
di se et la data a stuccare a Francesco Zacchera da Terni et a Gregorio romano
in quel modo che al presente si vede . Sopra nel mezzo della volta vi è una
nostra Donna che resuscitando dal sepolcro sale in cielo con li apostoli
intorno al sepolcro da i lati della volta. Vi è san Pietro , san Paolo , San
Lorenzo et san Giovanni evangelista, infra uno e l’altro una armi di sua
illustrissima signoria con di molti altri fregi intorno che fanno un bellissimo
vedere et è benissimo scompartita.
L’anno poi 1576 il di 29 di ottobre cominciò l’eccellente
pittore messer Giovanni de Vecchi dal Borgo S. Sepolcro i quadri delle facciate
et si stette tanto a dipingere perché il monsignore illustrissimo Farnese ha occupato
detto pittore nel palazo suo a Caprarola et le figure da lui fatte dechiarano
quanto sia eccellente: perché all’occhi di tutti del arte sono tenute
bonissime, ma perché atualmente dipinge tali quadri non dirò altro fin tanto
non sono forniti.
Il giorno 14 di
dicembre del medesimo anno si scopersono tutte le figure fornite , et da quelli
del arte sono tenute molto belle.Da uno dei lati vi è dipinto la Nuntiata, con
il cardinale Gambaro il quale apresenta alla Madonna un suo nepote per amor del
quale fece voto alla Madonna se guariva fare tale opera.
Dal altra banda vi è
dipinta la natività della Madonna con di molte altre figure che servono a tale
nattività. Sopra le quattro porte vi sono dipinti quattro santi. Il primo dalla
banda della Nuntiata è san Gregorio ritratto al naturale papa Gregorio XIII di
sopra S. Francesco [c.8] dal altra banda S.
Silvestro ritratto papa Pio V di sopra S. Pietro Martire.
Per prezzo di dette figure hebbe il pittore scudi
settanta senza pensare a colori e spese per se et servitore.
Et il cardinale secondo ha detto messer Giovanni
Malanca quale prese di se tale impresa vi ha speso circa a cinquecento scudi di
più ha promesso fare sotto le figure le cortine et sei lampade d’argento…”
La città di VITERBO
è liberata dalle cavallette
1576-1581
1581 Viterbo liberata dalle cavallette
,Bandoni 1628 pp.162-163
1581 Processione di ringraziamento della
città di Viterbo
Affresco palazo comunale Viterbo – sec.XVI
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli”
pp.173-174- Bibl. Besso Roma
1581 Viterbo liberata dalle cavallette
,Bozzacchi 1696 pp.107-110
1581 Viterbo liberata dalle cavallette
,Chery 1869 pp.144-147
Il Vescovo di VITERBO
GIOVAN FRANCESCO GAMBARA
È sepolto ai piedi dell’altare
Della Madonna della Quercia
1587
A.S.M.Q. vol.293 cc.188v, 189
1587 Lapide Gambara 1791, Semeria Vol. 9
p.174
Memoria come
fu sepolto a di detto [ 22 maggio 1587] in chiesa nostra dinanzi alla Madonna l’Illustrissimo
Cardinale de Gambera e si celebrò la mattina centodieci messe per l’anima sua
da diversi religiosi …
Morse in
Roma a di 5 di maggio 1587 e a di 22 di maggio fu portato il corpo in chiesa
nostra si celebrorono le sopradette 112 messe e fu sepolto dinanti alla alla Madonna sotto al primo gradino della
Cappella sopradetta
Particole
del testamento dell’Illustrissimo Cardinale de Gambera
Il luogho
della sepoltura mia eleggo nella Cappella della gloriosa Vergine della Quercia
innanti all’altare della Madonna quale ho havuto gratia da Dio insieme con la
chiesa di consacrare, e voglio che senza solennità o pompa e di notte si levi
il mio corpo et si metta in Santa Maria del Popolo o altra chiesa che più parrà
alli mia Signori executori, perché si porti poi alla detta chiesa in quel modo
che parerà a loro che più convenga…
1791
Non essendo
stata fatta alcuna lapide al sig.Card.Gambera sepolto alla Quercia nella
Cappella della Madonna, per essere stato un insigne benefattore della stessa
chiesa, dietro il quadro che rappresenta lo stesso Cardinale e suo nipote in
atto di far orazione, si è fatta la seguente iscrizione e posto in tabella un
anniversario perpetuo per gratitudine…
1791 copia cartacea, lapide
per il Cardinal Gambara distrutta nei restauri ottocenteschi
GIULIO BUSSI - 1602
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli” p. 45- Bibl. Besso Roma
1602 Giulio Bussi , Torelli 1725 pp.
227-228
1602 Bussi Giulio, A.S.M.Q. vol.113 c.43v
1609
Ricordo come
a di 18 aprile il signore Giulio Bussi portò un parato di raso turchino con la sua
mantellina alla Madonna trinciato tutto con canatiglie d’argento et oro , col
arme sua et della signora consorte sua la signora Francesca Filonardi essendo
priore il padre maestro fra Giovan Battista da Foiano et sacrestano il padre
fra Thomaso Bandoni
1602 Giulio Bussi , Bandoni 1628 p.154
ANTONINO di SILVESTRO – 1603
1603 Antonino di Silvestro , Bandoni 1631
p.123
Un
certoAntonino di Silvestro da Garfagnana, ritrovandosi al Pantanese di Viterbo sotto
una capanna, fu talmente attratto da una saetta, che restò quivi molte hore
come morto, et essendosi raccommandato alla Madonna della Quercia si ritrovò
senza male alcuno in tutta la vita, e per tal’effetto portò un voto dipinto in
tavola, e questo fu alli 8 di Giugno 1603…
GIOACCHINO BRUNOTTI – 1603
1603 Gioacchino Brunotti ,Bandoni 1628 pp.175-176
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli” pp. 220-221
- Bibl. Besso Roma
"Messer Gioacchino Brunotti viterbese devotissimo della Madonna della
Quercia il quale ogni di sqnza mai manchare visitava la sua chiesa et per 25
anni continui havendo seguito occorse che alli 31 di maggio nel 1603 veniva
alla Madonna et portava in una sporta scudi cento per suoi negotij di fiera,
quando che fu poco discosto, et lontano da cascia sua avanti la casa di Curtio
Del Mezzo era uno mulo carico di polvere fermato quivi et uno fabro battendo
uno ferro infocato, scintilò, et uscì una scaglia di questo tutta fuoco,
percosse nella polvere et abrugiò tutto il mulo, et due altri huomini aprendo
le tre porte di S. E *dio serrate con catorci et quella di S. Matteo, rovinò
porte, finestre, partendo lontano fino al soglio delle finestre et il detto
Messer Gioacchino tutto fuoco li panni ardevano adosso, né si cognosceva chi
fusse onde li fu gettata dell'acqua sopra et da se andò alla casa, fatto
deforme et io fra Tom[as]o Bandoni lo visitai che nel volto non appariva nemeno
l'occhi et detto Messer Gioacchino si raccomandò alla Madonna della Quercia et
in breve sanò et al presente è vivo questo di 19 dicembre 1624 et ha fatto il
suo voto ma in ta[vo]letta una delle meravigliose cose che sia occorsa in
questo nostro tempo".[ Besso p.121]
Il Palazzo di
Curzio del Mezzo è quello che ancora esiste a Viterbo in Corso Italia,91
Vedi anche :
Ms. Bandoni, c. 110v; Bandoni 1628, p. 175; Malanotte 1666, p. 17 l; Peroni
1685, p. 16 l; Borzacchi 1696, p. 2 15; Torelli 1793, p. 75.
JACOPO NINI - 1604
1604 Jacopo Nini , Affresco
chiostro della cisterna sec. XVII
1604 Jacopo Nini , Affresco
chiostro della cisterna sec. XVII Stemma
famiglia Nini
Particolare Stemma Famiglia
Scriattoli p. 176
1604 Jacopo Nini, Bandoni 1625 ms. c.147
“…La Madonna
a tutti si manifesta amorevole in ogni sorte di gente con le sua gratie, come
di presente in tale stato di Jacopo Nini, 1604, spedito. “
PIETRO BRUSCIOTTI – 1604
1604 Pietro Brusciotti, Bandoni 1628 p.187
GIACOMO CEROSI – 1607
1607 Giacomo Cerosi, Bandoni 1628 pp.
186-187
PAPIRIO BUSSI – 1607
1608
Papirio Bussi, Affresco chiostro della cisterna sec. XVII
1607 Bussi Papirio, Torelli 1625 pp.
244-245
1608 Papirio Bussi, A.S.M.Q. vol.113 c.43
“A di 12
settembre[1608] . Ricordo come il M.Illustrissimo
Signore Cavaliero Papirio Bussi gentilhuomo viterbese fece la Cappella di S.
Rahimodo la prima vicino alla porta piccola della chiesa a mano destra di
bellissimi marmi, le colonne di breccia et ha volontà di dotarle, et ornarle di
parati essendo priore il padre maestro Reverendo Maestro Giovan Battista da
Foiano eletto priore et sacrestano fra Thomaso Bandoni .”
Chiesa di S.Maria della Quercia ,stemmi e
lapide cappella Papirio Bussi
VINCENZO PANICALE – 1609
1609 V. Panicale , Bandoni 1625 ms cc.120- 120v
La Madre di
Dio in quelle parole : suscepit Israel
puerum suum, recordatus est misericordiae suae , secondo il venerabil Beda,
si piglia per il popolo christiano , il
quale ha riceuto il benefitio del figliol di Dio, et insieme la
misericordia della sua Madre, in quel medesimo modo che il medico è riceuto dall’infermo acciochè lo
risani, et il ferito il cerusico che
curi le sue piaghe, egl’assediati dagli inimici il capitano che li difenda: Suscepit
puerum suum quello stesso che, puer
natus est nobis o vero puerum suum
non dominum , perché era venuto come
servo per aiutarci, et a questo benefitio vi si aggiunge, che recordatus est misericordiae suae non
perché Dio si scordi, ma quando esseguisce
la promessa fatta si dice che s’è ricordato, e sopra di questa quercia
fanciullino con una rondinella in mano stando gremio della madre seggio di
misericordia non per altro pare che vi si stia se non per accogliere li caduti,
et a quelli donare la sua misericordia, come si vede al presente di un certo
huomo viterbese detto Vincenzo Panicale
pittore , il quale ritrovandosi in Montalto a dormire in una casa alli due hore
di notte, gli cascò adosso tutta la casa con due palchi, e le pareti in tal maniera
si sentì il peso sopra di se, che non potendo raccomandarsi con la lingua con
il cuore invocò Christo e la Madre della quercia che gli sollevasse il peso, e subito li parve
d’addormentarsi , e doppo cinque hore fu trovato sotto quei sassi con grandissima
copia di materie sopra il suo corpo, in tal maniera che da tutti fu giudicato
morto, nulladimeno: suscepit puerum suum,
la Madonna lo rese sano e salvo come quello che sempre l’haveva hauta in devotione et al presente più che mai la
visita, e s’affatica in lavorare per detta chiesa
Vincenzo Panicale lavorò per la chiesa della Madonna
della Quercia come pittore , restaurò tantissimi voti e pitturò lo splendido
volume ad acquarelli il “ Libro dei Miracoli” oggi a Roma presso la Biblioteca Besso
1609 Panicale (26 ottobre 1608) voti
riparati vol.113 c.43v
“ Ottobre
1608
Ricordo come
a di 26 ottobre s’è finito d’accomodare buona parte de voti di chiesa cioè li
doi pontefici si rifecero, il cavallo dello Spiriti, tutti li Cardinali et voti
infuora delle colonne: tutti l’attaccati fra le colonne n° 70 quali erano buona
parte dal tempo rotti, mancando a tutti qulche cosa principale, come testa,
braccia, mani ,piedi, che in vero il Convento ne rimaneva in breve tempo privo
d’essi, furono in cominciati a risarcire nel tempo del priorato del molto
reverendo padre maestro fra Pietro Martire Lutij da Coldescepoli quale morì
alli 22 d’agosto 1608 con dispiacere di tutti; et nel priorato del molto
reverendo padre fra Giovanni Battista da Foiano si sono finiti essendo
sacrestano maggiore fra Thomaso Bandoni da Lucca figlio del convento et tutti
l’acconciati sono n° 84 ”
1609 V.Panicale (1620) voti riparati e
pittura “Libro dei Miracoli” A.S.M.Q. vol.113 c.53
1620
“ Ricordo come
alli 6 di giugno si compì di risarcire molti voti et statue quasi ridutte in
polvere a mano manca della chiesa quasi tutti et anco di quelli a mano dextra
che stanno attaccati, che se non si faceva
questo non vi saria quasi niuno de voti, che però se tenuto circa tre mesi
mastro Vincentio PAnicale che lui solo li sa racconciare come vanno fatti: et
il medesimo mastro ha dipinto in un libro in carta reale con li principali voti della chiesa
incominciato nel tempo del padre lettore fra Felice de Rossi priore, et finito
nel tempo del padre fra Angelo Colli priore et predicatore generale et
sacrestano fra Thomaso Bandoni, et detti
voti si sono risarciti di elemosine trovate da me fra Thomaso sopradetto che importano più di scudi venti: et quando si rompesse un voto et
che andasse tutto in polvere si potrà rifare col miracolo dipinto nel libro che
demostra al vivo come stanno: et si faccia diligenza da chi viene doppo di
mantenerli che sono le gioie et ornamenti di questa chiesa…”
1609 V. Panicale ( 25 luglio 1619), vol.173c.103v
1609 V.Panicale (10 Aprile 1621) pittura refettorio- A.S.M.Q. vol.299 c.118
DOMENICO di GASPARRE
“ pizicarolo” – 1612
1612 Domenico , Bandoni 1634 pp.24-25
Non voglio mancare
di raccontare un fatto degno d’esser saputo.
L’anno 1612,
occorse un sinistro accidente a Domenico di Gasparre viterbese, dovendo far la
pace con un suo inimico, teneva certa robba da magnare a tal’effetto; ma
l’inimico uscito all’improvviso da un’hosteria con un pistolese tirò doi colpi
, tagliandoli la mano sinistra, et il gomito, il quale vedendosi in pericolo
della morte, si voltò alla Madonna della Quercia per aiuto, così il suo inimico
non potè più seguitare a ferirlo, e pensando haverlo morto, se ne fuggì con
l’aiuto di questa Santissima Vergine guarì, et oggi giorno si fa i fatti suoi
nella sua bottega di pizicheria.
Portò il suo
voto, et fece dipingere in chiesa il fatto del reverendo prete da Canepina
spirato.
1612 Domenico – Affresco controfacciata
Basilica S.Maria della Quercia, A.Pucciatti 1630
1612 Domenico – Affresco controfacciata
Basilica S.Maria della Quercia, A.Pucciatti 1630
Particolare , Domenico ed il figlio
1612 Domenico, pittura affresco 1630, A.S.M.Q. vol.113 c.69
Ricordo come
alli 22 di febraio del 1630 fu depinta la facciata sopra la porta grande della
chiesa, ove è dipinto il fatto miracoloso del prete di Canepina spirato con
altre belle figure. La spesa è stata fatta da messer Domenico pizicarolo il
quale è pinto con una mano tagliata et il figlio li sta vicino et diede scudi ventitre e per il resto la
posto la sacrestia. Et il pittore è stato il signor Angelo Pucciat(t)i, il
quale se contentato delli scudi 23 essendo
di valuta non meno di scudi 50 al tempo del reverendo priore maestro fra Pio
Honorio et sagrestano fra Tomaso Bandoni.
GIOVAN GIACOMO CORDELLI – 1616
1616 G.G.Cordelli – Affresco chiostro
grande , G.G.Cordelli 1621
1616 G.G.Cordelli, Torelli 1725 pp.249-250
Mastro EUSEBIO – 1618
1618 mastro
Eusebio, Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.200 Bibl. Besso Roma
1618 m.. Eusebio , Ban 1628 p.154 1618
m. Eusebio, Peroni p. 115
GIROLAMO PASTORINI – 1620
1620 Girolamo Pastorini , Affresco chiostro
grande, Lorenzo Nelli 1677
1620 G. Pastorini , Borzacchi pp.148-149
MERCURIO di Felice –
1624
1624 Mercurio, Bandoni 1628 p.31
SEBASTIANO SPREGA –
1624
1624 S.Sprega, Bandoni 1631 pp. 131-132
Il sig. cavaliere
Sebastiano Sprega viterbese, essendo putto di dodici anni, smontò da cavallo,
non avertendo ch’era un polledro, si trattenne intorno a quello, et il cavallo
all’improvviso gli tirò due calci nel petto con tanto impeto, che il detto
figliuolo fu traportato lontano più d’una canna percuotendo tutto il corpo in
terra con ‘l capo: onde fu giudicato come morto, essendo rimasto privo di
sentimento, e dai circostanti fu chiamata la Madonna in suo aiuto, et essendo
stato così per buono spatio di tempo, si risolsero di aprirli il giubbone, e cominciando a sbottonarlo per
vedere se la botta haveva guasto le costole, o l’arterie del petto, non
ritrovorno alcuna lesione, ne livido , di maniera che riempì di stupore, non
solo i suoi genitori, ma anco tutti i circondanti, et alzando le voci al Cielo
benedicevano la Madonna di così fatta gratia, et egli stesso di propria mano si è sottoscritto alli otto di
aprile 1628. Et il caso gli occorse l’anno 1624.
BARBARA MOSCAROLI –
1625
Acquerello di Vincenzo Panicale - 1619-
Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.57, Bibl.
Besso Roma
“L'anno
Vedi anche :
ms. Bandoni, c. 134; Bandoni 1628, p. 188; Malanotte 1666, p. 127; Peroni 1685,
p. 120;
Borzacchi
1696, p. 156; Torelli 1793, p. 214.
1625 Barbara Moscaroli , Borzacchi pp.
156-157
1625 Barbara Moscaroli, Torelli 1725 pp.
251-252
GIAVAN BATTISTA del Massaro-1625
1625 G.Battista, Bandoni 1628 p.68
1625 G.Battista, Bandoni 1625 ms c.56
Et l’anno
1625 alli 18 d’aprile GiovanBattista del Massaro viterbese alla Tolfa essendo
stato ferito con una scimitarra in testa
et sotto l’osso fino alla mascella et taglato il gomito del braccio sinistro
con molte bastonate, raccomandandosi alla Madonna della Quercia si è sanato
CARLO de ANGELIS – 1627
1627 C.de Angelis , Bandoni 1631 pp. 140-141
Fuori di
Viterbo verso il Bagno del Naviso il figliuolo del sig. Angelo de Angelis di età
di anni sette in circa nomato Carlo cascò da cavallo in tal maniera, che il
cavallo gli passò sopra; onde tra la caduta, et il calpestio de i piedi del
cavallo era così maltrattato, che si giudicò, che fosse morto, essendo stato
per molto spatio di tempo senza moto alcuno di vita; giunta l’acerba nova alla
madre, subito raccomandò il suo figliuolo alla gloriosa Vergine della Quercia,
e fu esaudita; poiché il figliuolo ritornò col pristino stato, e senza lesione,
o impedimento alcuno, e portò il suo voto ringratiando la Vergine Santa di
tanto gran benefitio riceuto, e questo fu l’anno 1627, nel mese di maggio.
DOMENICO di G.Battista Lorenzini
1627
1627
Domenico, Bandoni 16341 pp. 138-139
Un figliuolino
di anni tre in circa chiamato Domenico di Giovan Battista Lorenzini, viterbese,
essendo nato sano e di buonissima qualità in tutte le sue membra senza alcuno
impedimento, fu da una strega stroppiato ne’ fianchi, talchè era una oscurità a
vederlo, non potendosi reggere in su le gambe, ne havere moto alcuno ne proprij
piedi; e così essendo stato molto tempo stroppiato, senza trovarsi rimedio
alcuno, che gli giovasse fu dal pedre e dalla madre invotito alla Madonna della
Quercia, si che in breve tempo ritornò in sanità distendendo le gambe, che
prima le teneva rannicchiate, sanandosi lo stroppiamento de fianchi e questo fu
alli 17 di agosto 1627.
Di questi
fanciulli guasti e stroppiati, e di huomini ammalati, ce ne sono molti guariti
da questa gloriosa Madre, ma per brevità si tralasciano.
LUCREZIA SPINELLI -1627
1627 Lucrezia Spinelli, Bandoni 1631 pp.129-130
FRANCESCO d’Antonio – 1628
1628 Francesco, Bandoni
1636 pp.84 e 85
GIULIA d’AntonFrancesco – 1628
1628 Giulia, Bandoni
1636 pp.78-79
PIETRO PAOLO PETRUCCONE – 1628
1628 P.P.Petruccone, Bandoni
1636 pp.91 e 92
VINCENZA di Dionisio – 1628
1628 Vincenza, Bandoni
1631 pp.195-196
A di detto [
8 giugno 1629] comparse donna Vincenza del quondam Dionisio da Crocchiano
habbitante in Viterbo, la quale disse che l’anno passato di San Martino
stendendo i panni al sole cascò da una alteza di più di cento braccia, e tutta
la parte sinistra del suo corpo percosse in terra; onde rimase infranta
rompendosi il braccio sinistro, et il fuso dell’osso si divise in due parti , e
come quella, che sapeva benissimo, che non poteva ritornare nella sorte di
prima istantemente si raccomandò alla
Madonna da che ne seguì così maraviglioso miracolo, che per tal percossa non
giacque mai in letto, essendosi il braccio sanato, col quale fa le sue fattioni
ordinarie, e per la verità ha portato un braccio di cera con la sopradetta
relatione.
BIBLIOGRAFIA
Fonti manoscritte
Archivio
Storico del Convento di S. Maria della Quercia (A.S.M.Q.)
Archivum
Generale Ordinis Praedicatorum (AGOP)- Roma , S. Sabina
Archivum
Fratrum Praedicatorum (AFP)- Roma , S. Sabina
Biblioteca
Comunale degli Ardenti, Viterbo (B.C.A.)
Biblioteca
Besso, Roma
FONTI
EDITE
-
Relatione
dell'incoronatione della miracolosa immagine della Madonna SS. della Quercia protettrice
universale fatta il dì 30 Maggio dell'anno 1706 dall'Em.mo sig. card. Andrea
Santacroce Vescovo di questa città di Viterbo e di molte gratie in detta
occasione operate, composta da un divoto e dedicata all 'istessa sacrosanta
immagine, Montefiascone, 1706
(Accademia dei Lincei-Fondo Corsiniano 171.A.27/14)
-
Relatione
della miracolosissima immagine della Madonna della Quercia, nelle cerbaie di
Fucecchio, Lucca, 1640
-
Sincera ed esatta relazione del prodigio operato da
Dio per intercessione della Vergine SS. detta della Quercia nel dì 7 Maggio
1782, Viterbo, 1782
·
Bandoni T., Scelta d'alcuni miracoli e gratie fatte dalla
gran Signora Madre di Dio, detta e nominata la Madonna della Cerqua di Viterbo,
Viterbo, 1628(biblioteca S.Sabina Roma –Bibl. Casanatense TXVII.4)
·
Bandoni T., Corona ammirabile de miracoli e gratie fatte
dalla gran Signora madre di Dio detta la Madonna della Quercia, Todi,
1631(Bibl.Casanatense EE.X.62)
·
Bandoni T., Paradiso Terrestre della Madonna santissima della
Quercia di Viterbo, fiorito di gratie e frutti miracolosi novelli, Viterbo,
1634 (Bibl.Casanatense EE.X.32 –insieme con quello del ’31)
·
Bandoni T., I fiumi quattro del Paradiso Terrestre surgenti dal
vivo fonte e tegola della Madonna della Quercia di Viterbo, manifesti per le continue
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Viterbo, 1666(Fondazione Besso Roma- Biblioteca fondo Goretti VII F 7 )
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Mortier A., Notre dame de la Quercia, Paris, 1904
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Nelli A., Origine della Madonna della Quercia di Viterbo, Viterbo,
1571(Biblioteca S.Sabina D F I/67)
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Nelli A., Origine e miracoli della Madonna della Quercia di
Viterbo..., ristampata con alcune aggiunte dal R.RE Gabriello Pollioni da
Viterbo, Viterbo, 1611( Bibl. Alessandrina Miscellanea Cerrotti XIV C 279)
·
Orbaan I. A. E, Un viaggio di Clemente VIlI nel viterbese, Roma,
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Peroni V., Miracoli e gratie della Madonna della Quercia di
Viterbo, Viterbo, 1685
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Scriattoli A., Viterbo nei
suoi monumenti, Roma 1915-20
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Torelli N. M., Miracoli della Madonna della Quercia di Viterbo e
sua istoria, Venezia, 1725
·
Torelli N. M.,
Miracoli della Madonna della Quercia
di Viterbo e sua istoria con nuovo ordine, e aggiunta, Viterbo,
1793; ristampa nel 1827