LA MADONNA DELLA  QUERCIA

E

LA DEVOZIONE AL SS.mo ROSARIO

 

 

La notizia che S.S. Giovanni Paolo II  ha proclamato il 2003 anno del SS.mo Rosario  mi ha spinto ad iniziare una ricerca che potesse mettere in luce come questa devozione così amata da infinite generazioni di uomini e donne, questa devozione che “ lega la terra al cielo” , è stata vissuta nel santuario della Madonna della Quercia.

Il mio desiderio  è far conoscere a tutti i devoti della Madonna della Quercia le notizie che dimostrano come la chiesa in cui si venera la sua prodigiosa Immagine sia stata un centro importante per la devozione mariana che la stessa Vergine Maria ha scelto come la chiave per aprire il cuore  di Gesù : il SS.mo Rosario.

S. Domenico , fondatore dei padri Predicatori o Domenicani,su suggerimento della Madonna,  fu l’inventore di questa   devozione e i frati del suo ordine ne diffusero la pratica.

Nel 1470 P. Alano della Roche codificò il modo di recitarlo e diede vita, insieme ad altri confratelli, alle prime “ Compagnie” o Confraternite del SS.mo Rosario, che furono approvate poi da Sisto IV con una sua bolla il 12 Maggio 1479.

Da questo momento , in tutta Italia  ed in tutta Europa, fu un fiorire di Confraternite dedicate a questa devozione mariana che riempirà i giorni di infinite persone.

I Generali dell’Ordine Domenicano se ne fecero  promotori e invitarono tutti i loro confratelli a diffondere questa  devozione e a erigere  Confraternite  del SS.mo Rosario.

In questo periodo , dal 1469 al 1494, il Convento di S. Maria della Quercia non dipendeva da nessuna Provincia, zone in cui venivano divisi i territori per meglio dirigere i frati che appartenevano allo stesso Ordine, ma era alle strette dipendenze del Generale.

E’ pertanto plausibile che fin da questo momento fosse eretta nella nostra chiesa la “Compagnia del SS.mo Rosario” .

Sappiamo infatti che  già alla fine del 1400 esisteva nella Chiesa della Madonna della Quercia la Confraternita del SS.mo Rosario e che l’altare assegnato a detta Compagnia era proprio l’altare della Madonna della Quercia, cioè quello dove stava l’Immagine dipinta sulla tegola ed attaccata alla quercia. Venivano così quasi ad identificarsi la devozione alla Madonna della Quercia e quella al SS.mo Rosario.

 

 

Tutto ciò lo ritroviamo in alcuni ricordi :

“ …essendo l’altare della Madonna della Quercia dedicato al SS.mo Rosario…” [Bandoni,ms. c.95],

“ …la di cui Compagnia [ Santissimo Rosario] è anche in questa Chiesa al detto altare [della Madonna della Quercia]…” [Torelli, 1725 , p.28]

ed ancora :

“…veramente la Madonna Santissima della Quercia, Madre ancora del SS.mo Rosario…”[Bandoni, ms.  c.95 ]

Sicuramente verso la fine del 1400 e l’inizio del 1500 vengono anche  istituite Compagnie dedicate alla Madonna della Quercia , una a Roma, tutt’ora esistente, la    La Venerabile Compagnia della Santissima Madonna della Quercia dei Macellari di Roma “:

  “ …Alcuni viterbesi mercanti di bestiame promossero a Roma con particolare fervore la devozione alla Madonna della Quercia, poiché è dipinta tra rami di quercia, e uniti in corpo colla Compagnia e Università de’ Macellari, nel pontificato di Adriano VI [ 9-1-1522 -- 14-9-1523 ] diedero principio alla Confraternita …” [Moroni, G. --   Dizionario di erudizione storico ecclesiastica da  S. Pietro sino ai  nostri giorni …- Venezia,1840-1879- vol.LXXXIV, p. 142]

            

Un’altra  viene costituita ad Ascona , in Svizzera , nel Canton Ticino e a Ronco Sopra Ascona. Esistono ancora, nella Chiesa di S. Maria della Misericordia di Ascona, 2 altari dedicati alla Madonna della Quercia: uno, con un affresco realizzato nei primi anni del 1500 e l’altro con una grande pala raffigurante la Madonna  assisa tra i rami di una quercia che si dice realizzata verso la metà del 1500 da un pittore fiorentino.

        

A Ronco di Sopra,nella chiesa di S. Maria delle Grazie, esiste un altro quadro realizzato per la Compagnia della Madonna della Quercia verso la metà  del 1500.

La terza Compagnia  è una mia scoperta recente, grazie ad una nota preziosa del grande storico viterbese  Giuseppe Signorelli , alla dottoressa A.M. Amadio, direttrice Biblioteca Besso di Roma ed a Internet.

Nasce a Firenze , sicuramente promossa e costituita dai molti padri domenicani ed  artisti fiorentini che lavorarono nel santuario viterbese.

 E nella scoperta una interessante sorpresa : ad essa era iscritto anche il grande Michelangelo .[ A.Gotti, 1875 vol.II p.167]

Del grande artista si conosceva la devozione Mariana  e la pratica del SS.mo Rosario , tanto che  nel Giudizio Universale della Cappella Sistina volle raffigurare un angelo con la corona in mano che permette alle anime destinate al Paradiso di salire in cielo aggrappandosi ad esso; altro elemento che rafforza la convinzione che Michelangelo era solito praticare questa devozione è  la presenza nel museo della casa dell’artista a Firenze di due corone del rosario  .

           Da questa notizia  possiamo pertanto sapere che Michelangelo era  molto devoto della Vergine venerata sotto il titolo della Madonna della Quercia ed anzi era l’architetto di una chiesa che doveva realizzarsi in suo onore a Firenze. Ci piace a questo punto pensare che forse Michelangelo sia stato a visitare la Madonna della Quercia ed abbia in qualche maniera contribuito ad abbellirne il suo santuario viterbesi, forse, come scrive il prof. E. Guidoni, aiutando il Bregno a realizzare il bellissimo tempietto in marmo che racchiude la Tegola Miracolosa e ci piace anche pensare , se è possibile paragonare le cose piccole con le grandi, che osservando lo slancio della cupola del nostro santuario abbia avuto idea di realizzare la cupola di San Pietro a Roma.

Una cosa è certa : l’architetto Pietro Rosselli, artefice dell’impalcatura che servì per la realizzazione della cupola della Basilica romana, fu anche l’ architetto della facciata della chiesa della Quercia. [A.S.M.Q.vol.139 c.122]  

Il papa Sisto IV, lo stesso che aveva approvato le Compagnie del SS.mo Rosario, per accrescere la devozione verso la Madonna ,  concesse alla chiesa della Madonna della Quercia un grandissimo privilegio: il PERDONO DI SETTEMBRE, cioè indulgenza plenaria perpetua a chi avesse visitato la chiesa della Madonna della Quercia la II domenica di Settembre.

" …Sisto Papa IV concesse Indulgenza Plenaria Perpetua e remissione di tutti i peccati a tutti i fedeli cristiani dell’uno e l’altro sesso che veramente pentiti e confessati visitaranno la chiesa della Madonna della Quercia la domenica immediatamente seguente la festa della Natività della Madonna da i primi vesperi di detta domenica sino a i secundi vesperi del medesimo giorno e che con limosine porgeranno le mani aiutatrici alla conservatione et aumento del decoro di detta chiesa, già celebre in ogni parte di stupendi miracoli, che l’istesso pontefice attesta haver visto con proprij occhi, e per facilitare il conseguimento di tanta indulgenza diede facoltà al p. priore di poter eleggere tanti preti, quanti volesse, o latri regolari di qualsivoglia ordine idonei et atti ad udire le confessioni de fedeli, et assolvere per tre giorni avanti e tre dopo detta domenica da tutti li peccati eccetto però li riservati alla sede apostolica et ingionger la salutevole penitenza come più apliamente per breve dato in Viterbo li 12 ottobre 1481 … " [ A.S.M.Q. vol.128 p.15]

   Trascurando di parlare dei tanti pontefici che ebbero una particolare devozione  verso la Madonna della Quercia, oltre S. Pio V di cui  tratteremo successivamente, altro pontefice che diede un notevole impulso alla devozione alla Madonna della Quercia, dando dei privilegi particolari proprio all’altare della Madonna, fu Gregorio XIII.

“…Questo Pontefice ,con breve spedito il primo di Dicembre dell’anno 1576, fece privilegiato l’altare della Santissima Vergine, volendo che qualunque volta da qualsiasi sacerdote vi sarà celebrata la messa per la liberazione d’un anima dal Purgatorio, quest’anima conseguisca tutte le indulgenze, remissione de’ peccati , e liberazione da quelle pene, che conseguirebbe, se detta messa fosse celebrata all’altare di S. Gregorio dio Roma…”[ Torelli, 1725 p.32]

Papa Paolo V “…dimostrò quanta fosse la sua devozione verso questa SS.ma  Vergine in una sua  Bolla data in Roma il di 31 Gennaro 1607 nella quale non solo confermò tutti li privilegi et indulgenze concesse da altri Romani Pontefici ma inoltre concesse… per tutti li giorni dell’anno indulgenza parimenti plenaria perpetua a  chi essendo ascritto nella Compagnia del SS.mo Rosario visitava come sopra[confessato e comunicato] detta Chiesa[della Madonna della Quercia di Viterbo]…” [Torelli,1706 ms c.5]

Tale indulgenza fu scolpita alla base del grande campanile del Santuario

 

 

 

Innocenzo XI,”… di  santa memoria, teneva in somma consideratione questa miracolosa Immagine e soleva chiamarla il Santuario del suo Stato, e concesse indulgenza a chi assiste il Sabbato alle Litanie che vi si cantano avanti alla Medesima…” [Torelli,1706, ms c.5v]

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

La devozione al S. Rosario e la costituzione di confraternite ad esso dedicate, venne propagandata dai frati del convento  della Madonna della Quercia di Viterbo in modo quasi capillare in ogni centro dell’alto Lazio e in quei paesi e città dove venivano chiamati a predicare.

In un documento manoscritto del P. Niccolò M. Torelli, uno dei più attenti e scrupolosi storici del Santuario viterbese, si trova scritto:

“…Per opera  altresì de religiosi di questo convento[ Madonna della Quercia di Viterbo] si riformorno molto li costumi de popoli vicini, della Maremma, della Teverina, e Montagna che vivevano molto rozzamente e con grande fierezza; sedorno inimicizie ed estinsero discussioni e guerre civili che in quei tempi erano ordinarie in queste parti soggette alla Santa Sede.

Promulgorno per tutti questi luoghi anche la devozione del SS.mo Rosario…”[ Torelli 1706, ms.c8]

Quanto scritto dal Torelli è documentato negli archivi parrocchiali ancora esistenti  di molti paesi della Tuscia: Blera, Tuscanica, Onano, Soriano, Valentano, Civitella d’Agliano, S. Martino, Canapina, Vitorchiano…

          

    

                      
 

 

Molti miracoli e grazie, ottenuti da devoti della Vergine, accaduti alla fine del 1400 e all’inizio del 1500 raccontano di devoti della Madonna della Quercia che in sua devozione recitano il SS.mo Rosario.

 

Li troviamo su ex voto  tavolette ed  argenti, presenti nel Museo degli Ex Voto del Santuario della Quercia:

 

         

ex voto sec.XVI                particolare       ex voto sec. XVI                ex voto sec. XVI                        ex voto sec. XVI

           

   ex voto sec. XVII                          ex voto sec. XVII                          ex voto sec. XVII

 

 

         

    ex voto sec. XVII                          ex voto sec. XVII                   ex voto sec. XVIII

 

 

        

    ex voto sec. XVIII                 ex voto sec. XVIII        ex voto sec. XIX

 

 

 

 


 

 

Li troviamo registrati in volumi, manoscritti o a stampa.

 

L’anno 1488, il capitano Bastiano Helmi da Sovana fu guarito per intercessione della Madonna della Quercia da ferite mortali che alcuni nemici mortali gli avevano inferto aggredendolo fuori della città mentre “… diceva la Corona in memoria della Madonna della Cerqua…”.[Bandoni,1628 p.18]

L’anno 1502, Fabbiano di Dionisio da Gradoli, pescatore, aggredito e ferito mortalmente da un suo collega, si raccomandò alla Madonna della Quercia “…alla quale ogni sabbato offeriva una Corona con il digiuno…” e fu salvato.[ Bandoni,1628 p.39]

L’anno 1514 , fagiani Horatio da Marino, vetturale, il quale”…per usanza non lasciava mai ogni giorno di dire il Rosario e mentre  che stava in atto di dir la Corona per il viaggio di Roma…”,fu aggredito da un altro collega che gli tagliò quasi completamente le due mani. Raccomandandosi alla Madonna della Quercia fu completamente risanato per sua intercessione. [Bandoni,1628 p.60]

L’anno 1526, Francesco Berti da Canziano abitante alla Riccia, “… tornando dalla sua vigna con la Corona in mano del Rosario…” fu assalito da un suo nemico e ferito mortalmente alla testa.

Si raccomandò alla Madonna della Quercia e per sua intercessione fu completamente guarito. [Bandoni, 1628 p.78]

 

L’anno 1543, Stefano Bianchi  era partito da Orte per  visitare la Madonna della Quercia  “… recitando per strada  a suo onore il Santissimo Rosario…”, quando arrivato al torrente di Chia fu assalito da un suo nemico e fu ferito a morte. Stefano si raccomandò alla Madonna della Quercia . Aiutato da alcuni di Bassano che passavano dalla stessa strada fu  trasportato a casa dove miracolosamente guarì.[ Torelli, 1725 p.85]

 

L’anno 1545, Rocco Lanzetta da Vitorchiano, “… il quale spesso recitava la Corona a  honore della Madonna della Cerqua…” nel recarsi, a cavallo, da Palestrina a Roma, cadde dal ponte sul Nesio nelle acque del sottostante torrente e nella caduta la sua spada , uscita dal fodero, gli trapassò il petto da parte a parte.

Raccomandandosi alla Madonna della Quercia riuscì a sfilarsi la spada dal petto e raggiunta casa , guarì completamente.[ Bandoni, 1628 p.123  ]

 

Ma l’avvenimento più eclatante, che conferma  centro  di importanza nazionale e internazionale  per la devozione mariana il Santuario della Madonna della Quercia, è la vittoria dei Cristiani sui Turchi nella battaglia di Lepanto, il 7 ottobre del 1571.

Scrive il sacrestano maggiore Fra Tommaso Bandoni nel 1625:

    Di Nostro Signore Pio Quinto per voto fatto alla Madonna della Quercia

 

Sono tante e tali l’attioni et opere del glorioso mai abbastanza lodevole di felice memoria Pio Quinto che tra mille e cento mila stelle che rilucono nel bel cielo della sua santa vita una sola ne accennarò, che è quella della vittoria contra il turco nella guerra navale da quello fatta nel 1571.

Pare a me che lo possiamo assomigliare a quel sant’huomo di Simone Onia ,ecclles.ci cap.10, < quasi flos rosarum edificavit domum , corroboravit templum, liberavit gentem suam  à perdizione> , piglio solo questa metafora della rosa , lasciando l’altre; essendo egli stato frate di S. Domenico figlio del Santissimo Rosario devotissimo di quello , non parlo de sontuosi edifitii da lui fabbricate, di chiese, Collegij, monasterij, e luochi pij in Roma , e fuor di Roma ne tampoco dell’aiuti, e sostenimenti dati à S. Chiesa di bolle, ed ordinazioni per conservatione di quella, solo dico, che come fiore di rosa liberò la gente sua dalla servitù degl’infedeli con il mezzo della rosa, della Compagnia del SS.mo Rosario, che nell’istesso tempo, che i fratelli tenevano in mano le rose, et i Rosarij de Paternostri, e delle avemarie s’ottenne così gloriosa vittoria, e come saggio e prudente, come un altro Mardoccheo mandò la bella Esther Regina à chiede la vita, e salute del suo popolo, e questo fu, che l’Esther se li cangiò il viso, et il volto di color di rose: < ipsa autem colore roseo per fusa vultu>.

Veramente la Madonna Santissima  della Quercia madre ancora del Santissimo Rosario devota particolare di questo santo Pontefice Pio Quinto, alla quale avendo fatto voto per la salute universale del mondo di volerla poi visitare, e portarvi ricchi doni dopo l’ottenuta vittoria, ecco che comparve questa bella Esther della Madonna della Quercia < colore roseo per fusa vultu > , avanti  al suo santissimo Figlio, supplichevolmente ottenne la desiata vittoria à Pio Quinto; onde il Pontefice per riconoscere tanto benefitio mandò ai frati et alla chiesa un quadro, ove è stampata la vittoria navale, e sopra fece miniare una bella Madonna della Quercia, e di sotto pose l’arme sua dando speranza di voler egli stesso con la prima occasione venire in propria persona à visitare la detta Madonna, e portarvi doni convenienti della persona sua ma la morte repentina impedì il santo desiderio di questo glorioso Pontefice. [Bandoni, ms. c. 95 ]

                     

 Lunetta chiostro della Cisterna- S.Pio V (Lepanto)                    ex voto S. Pio V(acquerello 1619)

 

“… e nel tempo che i fratelli della Compagnia del SS.mo Rosario facevano le processioni, acciocché Dio aiutasse il suo popolo, la vittoria non si attribuì tanto  alla palma, et all’ulivo, quanto che alla rosa della devozione della Compagnia del SS.mo Rosario.

Si ricordò un certo Tomasso Roberti da Ronciglione, caporale, quale si ritrovò in quella guerra che la quercia, ove stà la Vergine era sua particolare devota per esser quivi la Compagnia del Santissimo Rosario nella stessa sua chiesa scritto fra i suoi figli…”[ Bandoni , ms.  c.94 ]; Tomasso, sebbene ferito gravemente si raccomandò alla Madonna della Quercia e fu salvato da morte certa.

 

“… in questa guerra v’era entrato un huomo chiamato  Ambrosio Coccarelli o Cecchinelli da Milano abitante in Carbognano solo armato con l’arme materiali ordinarie da soldato non avendo preso le spirituali arme del Rosario, permesse Dio che fosse ferito con quattro ferite mortali, una frezza gl’entrò nell’occhio destro, due stoccate nel petto, et una vicino al mollame, e sentendosi mancare le forze et il valore si ricordò della Madonna della Quercia e de suoi genitori descritti nella Compagnia del Rosario di detto luoco, e chiese alla Madonna della Quercia aiuto, con promettergli di pigliare l’arme sua del Santissimo Rosario, e senza giacere in letto sanò et rimase non avendo impedimento nell’occhio e della sua vita, e la  sua statua è in chiesa tra le principali et fu poi mentre che visse devoto del Santissimo Rosario; et essendo l’altare della Madonna della Quercia dedicato al Santissimo Rosario volle essere scritto nella Compagnia di detta Chiesa …” [ Bandoni , ms. c.96v ]  

 

L’anno 1574, “…era devoto di Maria Vergine scritto nella Compagnia del Rosario nella chiesa della Cerqua…Giovanni di Paolo da Soriano, il quale nel recarsi  a Viterbo, fu aggredito da alcuni briganti nel bosco  di  S. Antonio e fu mortalmente ferito. Raccomandandosi alla Madonna della Quercia,guarì e si fece frate nel convento della Quercia con il nome di Fra Giovanni; visse santamente e morto fu sepolto nella chiesa della Madonna della Quercia. [ Bandoni , ms. c.97v ]  

 

" …et l’anno 1602 alli 8 di settembre Fabbiano di Silvestro da S. Petroniano della stato di Siena essendo stato sei mesi cieco, et mutolo per una grande infermità nel suo cuore si riccordò di questa santa Vergine della Quercia, alla quale raccomandandosi con viva fede incontinente ricevè il lume degli occhi ed il parlare et con duoe testimoni si ricevè la relatione in scritto et sottoscritti come si trova nel libro del Rosario a c. 106 del convento…"[ Bandoni, ms. c.27v]

L’anno 1633, P. Giacinto Maidalchini, viterbese, frate del convento della Quercia, ritornando a Civitavecchia con “ le Galere del Papa” da Genova, dove era stato a predicare,  …arrivate poi le galere a Viareggio, e non potendo venire avanti per li gran venti contrarii, fece recitare a tutti una parte del Santissimo Rosario in onore di questa Miracolosa Vergine…” e subito cessati i venti potè terminare tranquillamente il viaggio e ritornare a casa  alla Quercia. [ Torelli,1725 p.253]

 

 

  A di 1668 li 9 giugno

     Girolamo figlio di Serafino abitante nella terra di Bagnaia essendo stato in una grotta vicino a detta terra dove si cavava l’arena per vedere il suo fratello maggiore che lavorava con un altro suo compagno, poco dopo si vede cascar la grotta adosso onde ritrovandosi tutto coperto et aggravato da tanto peso , si raccomandò alla Madonna Santissima della Quercia con quella devozione li permesse quell’età fanciullesca di dodici anni con invocar il suo santissimo nome promettendo insieme di dir ogni giorno la terza parte del suo Rosario. Non mancò la Vergine gloriosa amatrice dell’innocenti il suo aggiuto, perché in un subito vide notabilmente separarsi la terra intorno al suo capo lasciandolo libero fino ai lombi, dove poi arrivata la gente, lo cavorno sano senza lesione alcuna con stupore di tutti…”[ A.S.M.Q. vol. 127, ad annum]

 

            Padre Giacinto Ravicini, frate domenicano del convento di S. Maria  della Quercia, in una sua pubblicazione del 1702  dedicata proprio al SS.Rosario e alla sua Compagnia, ricorda come Pacifico Pacifici , padre di Nuntiano o Numelciano Pacifici di Grotte di Castro , avesse raccomandato alla Vergine Santissima della Quercia , invocata come Regina del S. Rosario, il proprio figlio , ferito mortalmente da una scheggia del suo moschetto che gli era scoppiato tra le mani. [Ravicini,1702 vol. II ,p.404 ]

            Un’altra grazia particolare la ricevettero i coniugi Bartolomeo Pattirossi e Amatilda Cerrosi, che avevano avuto la casa dove si trovavano colpita da un fulmine nell’agosto del 1696.[Ravvicini, 1702 vol. II ,p.407 ]

             Anche il viterbese Giuseppe Riccioli, dottore in legge, luogotenente di Monsig. Caracciolo governatore di Viterbo, ammalatosi gravemente nel 1698, fu salvato per intercessione della Madonna della Quercia; in ringraziamento decise di iscriversi alla Compagnia del S.S. Rosario ivi esistente.[Ravvicini, 1702 vol II p.408 ]

 

Numerose sono, poi, le registrazioni che si possono trovare nei documenti d’archivio del Santuario[A.S.M.Q.] riguardanti il SS.mo Rosario, la Compagnia e le varie iniziative che i domenicani del Santuario della Quercia presero in favore di questa pratica devozionale.

Le trascriviamo in ordine cronologico.

Vol. 355

p.113: “… a di 26 detto[ ottobre 1682] scudi uno per duecento cinquanta Hore del Rosario fatte stampare a Viterbo…”

Vol. 358

c.5: “ [ 2 aprile 1703] …e più baiocchi venti per tant’Ore del Rosario prese dal Martinelli …”

c.7v: “ …a di detto[ 15 settembre 1703] uno scudo per una risma d’Ore del SS.mo Rosario fatti stampare in Viterbo dal sig. Giulio Giuli stampatore a uno scudo la risma…”

Vol. 357

c. 12v: “… a di 13 detto[ ottobre 1703] libre dodici di cera bianca nuova mandate per elemosina per la festa del Santissimo Rosario della signore Priore la signora Francesca Calabresi e la signora Virginia Calabresi, la qual cera consisteva in due cerij di tre libre et in sei facole d’una libra…”

c.16v: “… a di 8 ottobre [ 1705] libre dieci[di cera] mandate per elemosina dalle signore Calabresi vedove , Priore del Santissimo Rosario per la festa…”

 

Vol. 358

c.37v:   “… a di 10 detto [ agosto 1709] uno scudo per 10 quinterni d’Ore del Santissimo Rosario…”

 

Vol. 357

c.30v:  “… a di  3 detto [ novembre 1715] prima domenica del mese libra una et once tre in quattro candele di quattr’onze l’una che arsero alla statua della Beatissima Vergine dall’aprirsi della chiesa fino a che fu terminata la processione del Santissimo Rosario…”

           “… a di primo detto [ dicembre 1715] prima domenica del mese libra una et onze due in quattro candele di quattr’onze l’una che arsero alla statua della Beatissima Vergine all’aprirsi della chiesa fino che fu terminata la processione del Santissimo Rosario…”

c.31: “… a di 5 detto[ gennaio 1716] prima domenica del mese libra una et onze otto in sei candele di quattr’onze che arsero alla statua della Beatissima Vergine dall’aprirsi della chiesa fino che fu terminata la processione del Santissimo Rosario…”

        “…a di 6 detto[ gennaio 1716] libra una e onze sei in sei candele di quattr’onze che arsero all’altare della Beatissima Vergine dall’aprirsi della chiesa fino terminate tutte le messe e dal principio del vespero fino terminato il Santissimo Rosario…”

        “… a di 2 detto[febbraio 1716] prima domenica del mese, libra una et onze otto in sei candele di quattr’onze che arsero alla statua della Beatissima Vergine dall’aprirsi della chiesa fino che fu terminata la processione del Santissimo Rosario…”

c.31v: “… a di primo detto[marzo 1716] prima domenica del mese, libra una et onze sei consumate alla statua della Beatissima Vergine dall’aprirsi la chiesa fino che fu terminata la processione del Santissimo Rosario…”

          “…a di 5 detto[aprile 1716]  prima domenica del mese, libra una et onze cinque consumate alla statua della Beatissima Vergine dall’aprirsi la chiesa fino  terminata la processione del Santissimo Rosario…”

 Vol. 358

c.58v: “… a di 23 detto[ agosto 1716] scudo uno e baiocchi sessanta al signor Benedetti stampatore per sedici quinterni d’Ore del Rosario…”

Vol. 357

c. 32v: “ … a di 4 detto[ ottobre 1716] libre tre consumate alla statua della Beatissima Vergine per la festa del Santissimo Rosario…”

Vol. 190

c.142. “ …[6 ottobre 1716] al P.N. sacerdote veneziano della Congregazione del Rosario già fatto schiavo da Turchi in Napoli di Romania[città  greca del Peloponneso] scudi uno e baiocchi cinquanta per elemosina…”

 

 

 

 

Vol. 357

c.33: “…a di primo detto[gennaio 1717] libre otto in ventiquattro candele di quattr’onze consumate dalla notte di Natale a tutto il presente giorno all’altare della Beatissima Vergine per esserne state accese continuamente tutte le messe e dal principio del vespero fino terminato il Santissimo Rosario…”

c. 35: “… a di detto[ 4 ottobre 1717] libre due et onze cinque in sei candelle che arsero alla Beatissima Vergine il giorno del Santissimo Rosario…”

Vol. 358

p. 175: “… a di 9 detto[ottobre 1721] baiocchi dodici per Hore del Rosario allo stampatore…”

p.180: “…a di 20 detto[giugno 1722] scudi due consegnati a fra Angelo cuccinaro da darsi allo stampatore per havere stampato una risma di Hore del Rosario…"

vol. 359

c.23: “… a di detto[ primo marzo 1729] baiocchi cinquanta per polize del Santissimo Rosario quinterni cinque a baiocchi dieci l’uno…”

Vol. 191

c.399: “…[ primo marzo 1730 ] a Giovan Battista Ricci intagliatore in conto della Macchina suddetta del Santissimo Rosario scudi due del vestiario del P. Predicatore Germini come per riceuta di detto intagliatore…”

            

Macchina Rosario (ricostruzione)                 gli angeli della macchina del Rosario

c.430: “ …a di 30[giugno 1730] a m° Bernardino Chidini per legname dato all’intagliatore per la Macchina del Rosario scudi sei …”

c.411: “ ...a Giovan Battista Ricci  intagliatore della Macchina scudi due da fra Gasparoli...[27 settembre 1730]”

 Vol. 360

c.13[entrate]: ”…a di detto[primo ottobre 1730] libre cinque e meza in due torcie donate il giorno della processione solennissima del Santissimo Rosario…”

 

 

Vol. 191

c.411v: “...[ 15 ottobre 1730] a spese della Macchina del Rosario scudo uno a Giuseppe Mansanti sartore, scudi quattro e baiocchi 50 a Bartolomeo Pierleoni per indoratura del piedistallo di detta Macchina, e scudi quattro a Pietro Paolo Coresci per pittura e colorato di detto piedistallo...”

 c.412: “...[25 0ttobre 1730] a m° Belardino Chidini falegname per fattura della Macchina del Rosario scudi ventidue...”

c.412v: “…[12 novembre 1730] per porto della cassa con la Madonna del Rosario da Lucca scudi uno pagato al vetturale…”

Vol. 360

c.21[uscite]: “…a di detto[4 ottobre 1731] libre otto et onze sei, consumate il giorno della processione del Santissimo Rosario quale si portò la Machina al magliaro, illuminata di candele accompagnata con le candelle a tutti li rev. Padri con due torce quali si danno alle Priore che accompagnano la Macchina del Santissimo Rosario…”

Vol. 191

c.433v: “…[29 febbraio 1732] pagati a Fra Ludovico Berlingacci per il busto e Bambino di stucco di Lucca della Madonna del Rosario scudi dodici e baiocchi cinque…”

Vol. 360

c.36v[uscite]: “… a di detto[ 2 ottobre 1736] libre sei onze cinque in un mazzo di candele da tavola per la Machina della Beatissima Vergine del Rosario…”

Vol. 359

p.68: “…a di 13 detto[gennaio 1737] per cinque quinterni di polize del Santissimo Rosario baiocchi venticinque…”

 

vol. 356

c.32: “…a di 5 di settembre 1737; una veste di broccato di color celeste che era stata donata alla sagrestia fu tagliata in modo che se ne fece la veste e maniche per la Madonna della Macchina del Rosario e la festicciola al Bambino trinata da capo, da piedi e alle manicuccie con frangetta d’oro buono. Il busto fu fatto di nuovo e ricoperto di muer colore celeste…”

 Vol. 195

p.261: “...[17 novembre 1743] scudi uno e baiocchi trenta pagati per li soliti spari di mortaletti fatti per la processione del SS.mo Rosario... ”

vol. 360

c.64[uscite]: “… a di 4 deto[ ottobre 1746] libre nove di candele consumate alla macchina del Santissimo Rosario dal primo vespero a tutto il presente giorno, ritenuta esposta a causa che per le pioggie non  puotè farsi la consueta processione nel giorno della solennità del Rosario…”

 

vol. 195

p.552: “... a di 24 detto[settembre 1749] scudo uno per libre dieci polvere da sparo per la festa del Rosario...”

p.616: “...a di detto [26 settembre 1750] scudo uno ai polverari libre numero dieci  polvere per la festa del SS.mo Rosario...”

Vol. 196

c.23: “…[10 ottobre 1752]pagati a Angelo Chine scudo uno per la polvere  per la processione del Rosario” 

 

 Vol. 363

c.16[uscite]: “… a di 28 detto [giugno 1765] scudi due al sig. Giuseppe Poggiarelli stampatore per mille Ore del Santissimo Rosario cmpresavi colla stampa anche la carta…”

 

                                                                                            Stampa del Poggiarelli

c.31[ uscite]: “…a di 18 detto[ luglio 1769] baiocchi quaranta cinque per cinquanta carte dell’Ora  del Rosario…”

Vol. 201

c.33: “[26 novembre 1769] scudi uno e baiocchi 35 a Angelo detto la Chinea per polverone e soliti spari per la processione del Santissimo Rosario…”

vol. 363

c.40[uscite]: “… a di 4 detto[ottobre 1772] baiocchi venti per quegli che portarono la Macchina del Rosario, che servirono per la merenda…”

c.46[ uscite] : “ …a di detto [dicembre 1773] baiocchi trenta per spilloni adornati di pietre false che servono per la Madonna della Macchina fatti comprare dalla signora Anna Vergari…”

c. 49v[uscite]: “… a di 25 detto[ settembre 1774] baiocchi cinquantacinque per spilloni con pietre serviti per la  Madonna del Rosario, comprati in fiera dalla signora Vergani…”

c.85[uscite]: “…a di detto[ 4 aprile 1781] sei paoli al libraro per aver stampato cento polize del Rosario…”

“poliza” del Rosario

 

Vol. 364

c.94[uscite]: “…a di detto[6 ottobre 1790] baiocchi ventidue a Paolo Ricci per la merenda fatta agl’omini che portarono la Macchina…”

c.100v[uscite]: “…a di detto [ primo ottobre 1792] baiocchi trenta a Domenico Bernino per fare la merenda a quelli che devano portare la Macchina di Maria Santissima del Rosario…”

c.115[uscite]: “…a di 9 ottobre[1798]…a fra Domenico…baiocchi trenta per aver preparato la Macchina per la festa del Santo Rosario…”

c.136[uscite]: “…a di 2 detto[ottobre 1807] scudo uno a Stefannelli barbiere per due parrucchini, che uno per la Madonna del Rosario…”

c.141[uscite]: “…sotto il suo vero giorno[ 31 dicembre 1809] scudi uno e baiocchi venti ai fratelli della Compagnia del Rosario per due processioni delle due fiere di maggio e settembre per la solita merenda…”

c.146[uscite] “…a di detto[4 ottobre 1810] baiocchi settantasette e mezzo che sono quarantasette e mezzo per beverino a chi portò la Macchina del Santissimo Rosario e baiocchi trenta ai soldati d’accompagno…”

Vol. 205

         “ …a di 5 detto[ ottobre 1818] scudi trentacinque a Luigi Ricci in saldo di scudi  sessanta per la Macchina della Madonna Santissima del Rosario…”

 

Vol. 206

c.200: ”…[ 30 ottobre 1847] ai facchini che portarono la Macchina del Rosario scudi due…” 

  

 

 

 

 

In archivio esistono anche  due volumi , uno intitolato " Confraternita del Rosario di Maria Santissima della Quercia " e l’altro " Confraternitas Sanctissimi Rosari in Conventu Sanctae Mariae ad Quercum " in cui , a partire dal 1844 fino al 1930 sono registrati i nomi degli iscritti, alcuni solamente  alla Compagnia ed altri anche al Rosario Perpetuo;  vicino a quest’ultimi è registrato il giorno  e l’ora in cui si erano impegnati a recitare il Rosario.

Ad ognuno di essi veniva rilasciata una "poliza" in cui era evidenziata l’ora in cui tale recita doveva avvenire , suggerite alcune intenzioni e ricordate le varie indulgenze concesse dai pontefici agli iscritti alla Compagnia ; anche questa tradizione di consegnare a ciascun fratello e sorella le polizze o come venivano spesso chiamate le Ore, come abbiamo visto, è ben documentata nei manoscritti del convento.

Si riportano alcune delle numerosissime  registrazioni :

Agata Belli registrata il    6/10/1844   reciterà il SS.mo Rosario il giorno 27dicembre  dalle ore 19 alle 20

Agata Spolverini  registrata il 6/10/184   reciterà il SS.mo Rosario il  giorno 8  dicembre  dalle ore 20 alle 21

Amalia Quazzaroni  registrata il 12/12/1846 reciterà il SS.mo Rosario il  giorno 8 dicembre dalle ore14 alle 15

Biagio Papalini registrato il giorno 1/10/1847 reciterà il SS.mo Rosario la prima domenica d’ottobre dalle ore 19 alle 20

Bernardino Milioni di Bagnaia, registrato il 5/10/1851 reciterà il SS.mo Rosario il giorno della Festa dalle ore 13 alle 14

Carolina Marcucci, registrata il 23/5/1846 reciterà il SS.mo Rosario il giorno della Festa dalle ore 20 alle 21

Colomba Terzoli, registrata il giorno 1/5/1861 reciterà il SS.mo Rosario il giorno dell’Ascensione dalle ore 21 alle 22

Corona Foglietta, da Canepina, registrata il giorno 6/5/1869 reciterà il SS.mo Rosario la prima domenica d’ottobre dalle ore 19 alle 20

Corona Testa, da Canepina, registrata il 12/8/1869 reciterà il SS.mo Rosario il giorno 8 settembre dalle ore 19 alle 20

Corona Tenzoni, da Canepina, registrata il 9/9/1869 reciterà il SS.mo Rosario il 15 agosto dalle 19 alle 20

Domenico Ma galli registrato il 4/10/1846 reciterà il SS.mo Rosario la prima domenica d’ottobre  dalle ore 20 alle 21

Eugenia Perugini, registrata il 30/5/1847 reciterà il SS.mo Rosario il giorno del Corpus Domini dalle ore 18 alle 19

Fra Felice da Montefiascone, cappuccino, registrato il 28/4/1850 reciterà il SS.mo Rosario il giorno di Natale dalle ore 14 alle 15

Fucci Pasqua registrata al posto di Elisabetta Marucci il 27/9/1868 reciterà il SS.mo Rosario  il 15 agosto dalle ore 19 alle 20

Suor Domenica Margherita di Gesù Bambino, monaca domenicana del monastero di Talentano, registrata il giorno 8/1/1866 reciterà il SS.mo Rosario il giorno della Festa dalle ore 13 alle 14

Suor Maria Celeste Loppi , monaca di S. Rosa, registrata nel 1847

Suor Felice Maria Gamellini, monaca di S. Rosa, registrata il giorno 8/12/1851 reciterà il SS.mo Rosario il giorno di S.Rosa dalle ore 21 alle 22

Suor Maria Crispigni, monaca di S. Rosa , registrata il giorno 8/12/1851 reciterà il SS.mo Rosario il giorno della Festa dalle 21 alle 22

Fra Pietro Maria Carrà de’ Predicatori registrato il 14/8/1861

Quattrini Maria registrata il 25/9/1890 reciterà il SS.mo Rosario il giorno dell’Assunta  ad un’ora a piacere

Rosa Palozi, da Canepina, registrata il 3/6/1855

Rosa  Morucci, da S.Martino,registrata il 7/5/1871 reciterà il SS.mo Rosario

Suor Teresa Colomba dello Spirito Santo , monaca  domenicana del monastero di Valentano, registrata il 6/1/1866 reciterà il SS.mo Rosario il giorno della Festa dalle ore 13 alle 14

Suor Teresa Francesca Colorgnola, monaca di S. Rosa, registrata nel 1877 

Il Cardinal Serafino Cretoni , prefetto della Sacra Congregazione dei Riti,miracolato dalla Madonna della Quercia, fu registrato il 14 ottobre 1905.  Il 22 maggio del 1906,   incoronò l’Immagine della Vergine e del Bambino, alla presenza anche del Vescovo di Viterbo Mons. Granelli.

Nel novembre del 1905 furono registrati 183 abitanti di Bedeille e 4  abitanti di Nay , cittadine francesi.

Annita Carletti registrata nel novembre del 1905

Signorelli Quintilio registrato  nel novembre del 1905

Elvira Carletti Gargana registrata il 22 marzo 1906

Adele Paccosi registrata il giorno 8 aprile 1906

Giuseppe Micara registrato il 18 aprile 1906

Giuseppina Micara registrata il 20 aprile 1906

Bernini Renato  fu registrato il 15 maggio 1906

Annina Conti, da Napoli , registrata il 6/9/1906

Il Rev.mo Canonico Don Capponi da Toscanella fu registrato il 6/11/1906

Molti sono gli iscritti al Rosario Perpetuo provenienti da Bagnaia il 3/12/1907

Nel 1908 si iscrivono tutti i seminaristi del Seminario di Montefiascone, altri , iscritti da Padre Baurais sono cittadini di Chieti.

Altri iscritti  provengono da Popoli in provincia dell’Aquila, altri, iscritti il 3 maggio 1909  da Trieste, altri ancora da Pourtalier (Doubs) città della Francia.

IL 16 maggio del 1910 vengono iscritti molti abitanti di S. Marco in Lamis( FG) dal Padre Vincenzo Navaro,che chiede altre “ pagelle” per l’iscrizione di devoti alla Confraternita del SS.mo Rosario della Quercia.

Da Roma, nel febbraio del 1910 arrivano altre iscrizioni; il 16 giugno del 1911 si iscrivono un certo numero di abitanti di Bolsena.

Il 23 novembre del 1913 sono registrate le iscrizioni di suore  Maestre Pie Venerini di Viterbo.

Esterina Papalini , registrata il 5/10/1914

I frati domenicani che confermano le iscrizioni, nel primo e nel secondo volume, sono:  fra Enrico Maria Buonpensiere ,nel 1870, fra Emmanuele Lussiaa, fra Alberto Maria Massarelli, fra Amato Maria Vies, alla fine del 1800 e all’inizio del 1900.

 

In un foglio del secondo volume c’è scritto:

Vidimus et approbavimus, propagationem SS.mi Rosarii in hoc Sanctuario B.V.M. eninc commendantes

Ad Quercum die 14a Aprilis 1921

Fr. Lud. Theissling O.P. Mag. Gen.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Per terminare le registrazioni che ho ritrovato in archivio, vorrei riportarne alcune che mi sembrano interessanti per dimostrare ancora una volta l’importanza che il Santuario della Quercia aveva avuto non solamente come centro di devozione mariana ma anche  nel divulgare la devozione al SS.mo Rosario e nel formare uomini che poi  si dedicheranno a proporre la costituzione di Compagnie del Rosario  e la pratica del Rosario Perpetuo.

Uno di questi fu il generale dell’Ordine Domenicano  Niccolò Ridolfi,  discepolo di fra Gregorio Servantio, figlio del convento della Quercia, che nel 1631, in occasione della peste, quella ricordata da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi, si raccomandò alla Vergine del Rosario, e alla Madonna della Quercia.[Torelli,1706 ms. c.10]

Nella stessa occasione il papa  Urbano VIII aveva “.. fatto ricorso a questa universal Protettrice[la Madonna della Quercia], e concesso perciò amplissimo Giubileo in questa sua Chiesa per li mesi di Settembre, Ottobre e Novembre, e prolungato per altri tre mesi seguenti, svanì il contagio, e cessò ogni timore…"[Torelli, 1725 p.37]

A.S.M.Q. Vol. 113 c. 70 [ 1631]

 

Vol. 175

c.116: “...a di 30 detto[maggio 1629] scudi due in polvere d’archibugio per fare segni d’allegrezza nel eletione del Rev.mo Generale Ridolfi “

Vol. 113

c. 71: “...[1633] ricordo come il R.mo Generale Maestro Niccolò Ridolfi  mandò alla Madonna uno bello sciugatoro lavorato de più belli che sieno in sagrestia...”

c. 75 : “ ...[1636] il P. Rev.mo Generale F. Niccolò Ridolfi offerì alla Madonna una pace bella di cristallo di montagna di bellissima fattura e valore con uno sciugatoro lavorato...”

Nell’archivio del Convento domenicano di S. Sabina , in Roma,  ho ritrovato qualche altra notizia interessante:

XI  9400

c.241v: “...[1721] Ricordo come recitandosi il SS.mo Rosario in questa nostra chiesa [ della Madonna della Quercia di Viterbo] che ne li giorni festivi  et in questi a coro dalli religiosi e dal popolo, il suddetto padre Priore[ Fr. Niccolò Maria Torelli] per la conformità ad altre chiese del nostro ordine , nelle quali si recita almeno tre volte la settimana, introdusse l’uso di farlo recitare oltre le domeniche anche nelli giorni di martedì e giovedì dalli religiosi, in coro doppo la compieta, quando dentro la settimana non ci siano giorni festivi, qual uso, se seguitarà , non pare disdicevole particolarmente in questa chiesa eletta dalla SS.ma Vergine per teatro de’ miracoli e con tanta partialità data alla nostra religione...”

         Alla fine del 1700, fu richiesto tutto il tesoro della Madonna della Quercia per pagare l’ingente riscatto voluto da Napoleone per la liberazione di Pio VI, fatto prigioniero e condotto in Francia.

"… Sono stati dati li argenti e mandati a Roma, cioè un calice d’oro , due torcieri grandi, una pace, due copertine di messali, quattro calici d’argento con la loro patente, quattro cerofarari, o siano viti per li accoliti. Una profumiera ha tre pezzi, quattro candelieri, un bacile grande con suo boccale, una guantiera, un piattino, una sottocoppa, due acquasantari con aspersorio, un campanello, sette lampadi, sei vasi da fiori, una croce grande con suo piede, una pisside, una muta di cartegloria dal peso 221 libra, il calice d'oro oncie ventuna denari 4 e ½ , questo dì 15 luglio 1796…

…nella seconda requisizione di argenti richiesti dal Papa furono mandati li sei candelieri grandi, sei mezzani con la sua croce, otto lampade di lastra sottile altre del peso di libre 1134…

…li commissari francesi portarono via due catene d’argento, l’argento del reliquiario della S. Croce, una pisside, l’ostensorio e un turibolo a piramide e navicella, il vezzo della Madonna che aveva in petto di pietre buone, le perle del collo di due angeli che tenevano le candele avanti l’Immagine. Volevano la cornice e le corone ma supplicati lasciarono stare…

...ricordo il di 20 ottobre 1798 verso un’ora di notte si portò in questo nostro convento il cittadino pretore Caprini con suo notaio e guardia e il cittadino Giuseppe Zelli comandante di brigata con soldati, chiamarono il priore a la sua camera che abitava l’appartamento del generale Quinones , furono presi i costituti a fra Vincenzo Lodi, a fra Alvaro Soalangeli e fu ancora interrogato e nominato il P. Priore Galeotti figlio del convento. Questa sorpresa accadde per aver mandati per sicurezza a Viterbo una cassetta con dentro libre 42 once 45 e 11 denari d’argento in casa Spoleti. Consistevano in tre calici di argenteria in uno d’oro, in un basamento della Madonna del Rosario, in un ostensorio bello, in una corona, in un voto delle locuste fatto dalla città di Viterbo, in un paliotto e due angeli che tenevano la Residenza e in altre piccole cose...” [Santa Sabina vol XI 9400 cc. 293- 293v- 294- 294v]  

E così per sopperire alla mancanza di argenti,

vol. XI 9400

c.302v “...[1827] mancava pure la statua d’argento di Maria Santissima del Rosario, solita a portarsi in processione; e lo speziale fra Vincenzo Ladi, con il suo deposito pensò di farla lavorare in Roma e vi spese scudi 90...” 

 

Un’altra registrazione  lega in maniera molto evidente il Santuario della Madonna della Quercia a quello di Pompei:

Vol. XI 9400

“ Elenco priori del Convento di S. Maria della Quercia

...1902 Fr. Hyacinthus  M. La Camera, qui antequam expletum esset tempus sui prioratus , a Summo Pontifice  missus est ut Praeses in nostro conventu apud Basilicam SS.mi Rosarrii in Valle Pompeianam... “

 


 

La stessa iconografia della Madonna della Quercia sembra  dare origine a quella    tradizionale della Madonna del Rosario, vedi Pompei.

Infatti fin dall’inizio la Vergine Santissima della Quercia è raffigurata al centro con a destra S. Caterina de Siena e a Sinistra S. Domenico.

Tale Iconografia , che a secondo gli stili pittorici  si modifica, mantiene però uno schema fisso: la Madonna al centro come su un trono, a destra S. Caterina, a sinistra San Domenico

 

                    

   sec. XVII                      sec. XVII                   sec. XVII                            sec.XVII                 sec. XVIII

              

          sec.XVIII                              sec. XIX                        sec. XIX                      fine sec. XIX

 

                                                     

    M° Monaldo – 1519        Pittore fiorentino sec.XVI  Pittore Fiorentino sec.XVI        L. Nucci 1607-Chiostro Cisterna

                                                          

                                                  Particolare del Nucci                        POMPEI


 

E per finire un ricordo personale.

 

  Il 27 maggio del  1984 S.S. Giovanni Paolo II è venuto a rendere omaggio alla Madonna della Quercia; quel giorno io ero a fianco del S. Padre e ho potuto constatare personalmente la fede di quest’UOMO  e la sua  devozione profonda verso la Vergine Santissima.

Giovanni Paolo II nell’andare via ha lasciato alla Madonna della Quercia un dono particolare:  al termine di un breve discorso ha raccomandato la preghiera alla Vergine Regina del Cielo e della Terra; "Per questo" ha detto "vi lascio il Rosario. Pregate perché il Cuore Immacolato di Maria trionfi sul Mondo!" e cosi dicendo ha deposto ai piedi dell'immagine sacra un rosario d'oro e di perle preziose.

 

Ave Maria

Gesù mio misericordia, Madonna della Quercia, aiutateci e salvateci.

                                                                                                                       

La Quercia 28 Gennaio 2003 festa di S. Tommaso d’Aquino

 

                                                                                                            

Gianfranco Ciprini

                                                                                                  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

Fonti manoscritte

 

Archivio Storico del Convento di S. Maria della Quercia (A.S.M.Q.)

§         Vol. 113, Memorie della chiesa e Sagrestia dal 1576 al 1692

§         Vol. 115, Ricordanze della Sindacheria dal 1525 al 1719

§         Vol. 127, Miracoli e grazie, dal 1647 al 1748

§         Vol. 128, Registro primo di tutti li beni... iniziato nel 1662

§         Vol. 190, Libro d’entrata e uscita 1715-1723

§         Vol. 191, Libro d’entrata e uscita 1723-1732

§         Vol. 195, Libro d’entrata e uscita 1743 - 1751

§         Vol. 196, Libro d’entrata e uscita 1751 - 1759

§         Vol. 201, Libro d’entrata e uscita 1769 - 1764

§         Vol. 205, Libro d’entrata e uscita 1802 - 1830

§         Vol. 206, Libro d’entrata e uscita1831 - 1861

§         Vol. 355, Libro d’entrata e uscita dei denari della sagrestia 1681 - 1702

§         Vol. 356, Libro dei ricordi della Chiesa della Quercia 1696- 1781

§         Vol. 357, Libro d’entrata e uscita della cera 1697 - 1726

§         Vol. 358, Libro d’entrata e uscita dei denari della sagrestia 1701- 1724

§         Vol. 359, Libro d’entrata e uscita dei denari della sagrestia 1724 - 1761

§         Vol. 360, Libro d’entrata e uscita della cera 1726- 1781

§         Vol. 363, Libro d’entrata e uscita dei denari della sagrestia1762-1778

§         Vol. 364, Libro d’entrata e uscita dei denari della sagrestia 1779 1832

Archivum Generale Ordinis Praedicatorum (AGOP)- Roma , S. Sabina

 

Archivum Fratrum Praedicatorum (AFP)- Roma , S. Sabina

 

 

 

Biblioteca Comunale degli Ardenti, Viterbo

Biblioteca Besso, Roma

 

FONTI EDITE

 

 

o         AA.VV L’Ora del Rosario Perpetuo, Firenze 1920