La MADONNA Della QUERCIA
Miracoli
e grazie
operati da Dio
per intercessione
della
Madonna
della Quercia
in favore degli abitanti
dell’antica diocesi di
Bagnoregio
tratti da
manoscritti e libri
secoli XV-XVIII
INTRODUZIONE
Era consuetudine, a partire dal 1571, dare alle stampe quasi ogni 10 anni i racconti dei miracoli e delle grazie operati da Dio per intercessione della Beatissima Vergine venerata come Madonna della Quercia.
I libri, di solito, erano scritti dai sacrestani maggiori della Basilica della Quercia, testimoni dei racconti che i devoti di Maria facevano nel momento che venivano a ringraziarla nel suo santuario per il miracolo ricevuto.
Quest’opera di divulgazione e testimonianza si è interrotta con l’ultimo libro scritto dal domenicano francese padre M.Chery nel 1869.
Ho voluto riprendere tale
consuetudine iniziando a
raccontare i miracoli e le grazie ricevuti dagli abitanti di
Roma, centro spirituale della nostra Fede e come omaggio all’unica
confraternita ancora esistente dedicata alla Madonna della Quercia:
Poi sono passato a raccontare i miracoli che
Questa raccolta è dedicata alla vecchia Diocesi di Bagnoregio, diocesi di provenianza di un mio carissimo amico: Mons. Fortunato Frezza, Sotto Segretario del Sinodo dei Vescovi in Vaticano.
A lui, maestro nella fede e nell’amore verso
Le storie sono riportate così come sono state scritte all’epoca, volendo evidenziare la storicità del fatto e la freschezza, talvolta l’ingenuità, dei racconti.
Come gli autori di una volta, anch’io ho voluto essere il testimone dell’accaduto, desiderando riaffermare ciò in cui credo fermamente: Maria, madre di Dio e madre nostra non ci lascia né ci lascerà mai soli.
Per rafforzare tale concetto voglio riportare le parole del grande poeta Dante Alighieri che nel XXXIII canto del paradiso fa dire a san Bernardo:
Vergine
madre, figlia del tuo figlio
umile ed alta più che creatura,
termine fisso
d'eterno consiglio,
tu se’ colei che l'umana natura
nobilitasti sì che '1
suo fattore
non disdegnò di farsi
sua fattura.
Nel
ventre tuo si raccese l'amore
per lo cui caldo ne l'eterna pace
così è germinato questo
fiore.
Qui se’ a noi meridiana face
di caritade, e giuso, intra i mortali,
se’ di speranza
fontana vivace.
Donna
se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia
ed a te non ricorre
sua desianza vuol
volar senz'ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma
molte fiate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza,
in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontade.
II Domenica di settembre 2008 Festa della Madonna
della Quercia di Viterbo
Gianfranco Ciprini
Bagnoregio
Antioco
Pensato 1605
"L'anno
1605. Antioco Pensato da Bagnorea a di 29
d'Ottobre fu ferito con sette stilettate quasi tutte mortali, e nel collo
li arrivò un colpo d'accetta, tagliandoli le corde, e nervi di quello.
Mandò una poliza di cambio al banco della Madonna Santissima della Cerqua, con raccomandarsi a quella, e li fu
concesso quanto dimandò, ricevendo la gratia, e sottoscrivendosi di propria
mano e con sei testimoni autenticando il miracolo". (T.Bandoni 1628, p. 40)
(Acquerello- 1619- Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.33 Bibl. Besso Roma)
( V. Malanotte 1666 p. 118)
( Peroni p. 111 ) ( N. M. Torelli 1725 p. 208)
Francesco
Gabrielli -
1631
(Chiostro Grande Affresco di G.B. Mola- 1650)
L'anno
1631 Gabriello Gabrielli da Bagnorea vasaro condusse un suo figlio chiamato
Francesco di 20 mesi in circa e disse come stando il detto figliolo nella
bottegha dove stava la fornace de vasi ardente, vi
cadde dentro il che veduto dal padre gridò. Ah Madonna della Quercia aiutatelo pigliandolo per un braccio cavollo dal fuoco
libero senza scottatura alcuna. Solo fu trovato un segno in una parte dei sedere come di una castagna in segno dei miracolo. Il fatto è
dipinto nel chiostro dipinto da pittore riguardevole e
stimato.
(Acquerello- 1686- Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.190 Bibl. Besso Roma)
( T. Bandoni1634 pp. 30-31)
( T. Bandoni 1636 pp. 103-104)
( A. Borzacchi 1696 pp.173-174 )
Gabrielli Gabriello, ha una bottega nella piazza
della Madonna della Quercia che usa per vendere i suoi prodotti durante le grandi fiere di maggio e di
settembre di ogni anno
1638
(A.S.M.Q. Vol.177c.5)
1648
(A.S.M.Q. Vol.177c.90v)
1650
(A.S.M.Q. Vol.177c.105v)
Fra
Antonino Orsucci - 1634
( T.Bandoni 1636p.159)
Cesare di
Domenico – 1637
(G. Galesi pp.97-98)
Cesare di Domenico da
Celano in Regno, venne a deporre con testimonij, come essendo
barigello nella città di Bagnarea, mentre andava a casa, con quattro suoi
compagni a meza hora di notte, incontrorno tre huomini pur di Bagnarea, li
quali erano armati con armi prohibite, cioè l’archibugio e terzarolo e perché
essi dubitavano non esser fatti prigioni si risolsero di sparare li loro
archibugi alla volta del barigello, che però con dui palle grosse fu ferito
nella faccia in mezzo al mento, passandolo da una parte, all’altra e fu tale la
percossa che l’infranse tutta la ganassa e parti principali della testa, et
anche con una palla, fu ferito nella spalla, passandola da una parte all’altra,
per il che venne a cadere in terra come morto, e perché il sudetto era stato
sempre devoto della Madonna della Quercia e a lei faceva ricorso ne suoi bisogni, molto più
fece ricorso in questo urgente pericolo di morte poiché vedendosi in questa
guisa , si raccomandò alla Madonna, supplicandola della vita, si levò da terra
e con li suoi proprij piedi se ne andò a casa sua, per curarsi, dove arrivato, il
cerusico vidde le ferite, le quali per esser tutte mortali, disse che non le
voleva curare, perché non sarebbe vissuto in modo alcuno, ma li sogionse Cesare
, signor cerusico medicatemi pure ,
perché spero nella Madonna santissima della Quercia haver gratia della sanità,
perché mi sono raccomandato di vivo cuore e sono certo d’haver gratia della
vita, e così lo cominciò a medicare, e seguendo il cerusico a curarlo, in
brevissimo tempo ottenne la sanità con maraviglia e stupore del cerusico, e di
tutti ; effetto in vero della pietà e misericordia di questa Vergine santa, che
non sdegna li prieghi e suppliche de’ suoi servi, anzi li concede compitamente
quanto li domandano.
Portò il suo voto per segno
di gratitudine, e con atti di vero devoto, rese di persona le dovute gratie a questa eccelsa Regina per tanta gratia che haveva ricevuto.
( V. Malanotte 1666 p.178)
TERREMOTI – 1695 - 1703
DIOCESI DI BAGNOREGIO
dalla relazione del vescovo Vincenzo degli Atti dopo il terremoto del 1695 (1696)
…[
·
il Vetriolo sotto Bagnorea con fuochi 79,
anime 400;
·
Maggione
sotto la religione di Malta con fuochi 12,anime 60;
·
Rocca
del Veccio sotto il Marchese Costaguti con fuochi 93,
anime 360;
·
Grotte
di S. Stefano, o Mugnano, sotto il governo di Viterbo in parte ed in parte sotto il Prencipe Pamfilio con fuochi 184, anime 840;
·
Vitorchiano
posta sotto li Conservatori di Roma con fuochi 370,
anime 1430 et un monastero di monache di
·
Bonmarzo
sotto il Duca Lanti con fuochi 262, anime 1529;
·
Mognano
sotto Viterbo con fuochi 50, anime 200;
·
Sipicciano
sotto il Marchese Costaguti con fuochi 55, anime 240;
·
Montecalvello
sotto il Prencipe Pamfilio con fuochi 55, anime 230;
·
Graffignano
sotto
·
Castel
di Piero sotto il Conte Benedetti con fuochi 92. anime
383;
·
Castel
Cellese sotto il Conte Cellese con fuochi 41, anime
186;
·
Civitella
sotto
·
Castiglione
sotto il Governo d'Orvieto con fuochi 230, anime 930;
·
Tordimonte
sotto Orvieto con fuochi 72, anime 173;
·
Sermugnano
sotto Orvieto con fuochi 70, anime 300;
·
Viano
[Vaiano] sotto Castiglione di Orvieto, con fuochi 36,
anime 2 17;
·
Santa
Caterina sotto Bagnorea con fuochi 16, anime 96;
·
Lubriano
sotto Orvieto con fuochi 81, anime 425.
Che in tutto con
Intanto non si è
desistito di movere queste genti con quotidiane esortationi ad implorare da
Dio, col perdono de peccati, la sospensione del suo giusto flagello, facendo
spesso processioni, andando alla Beata Vergine della Quercia, al S S.
Miracolo di Bolzeno, recitando quotidianamente rosari ed altre orazioni vocali,
facendo digiuni particolarmente ne giorni di mercordì,
venerdì e sabato, frequentando i Sagramenti e specialmente
…
Mi faccio hora
grado al terzo punto in cui sono necessitato a dire
che ne sia stata la causa, certo è che la descritta Città [Bagnoregio] con
molto della Diocesi fu gravemente percossa nel terremoto che si fece sentire
della mattina del martedì 7 giugno
ritoccata da un gagliardo crollo, voglio più che
della divina giustizia crederlo effetto della sua misericordia quale fece
verificare il dedisti significationem ut
fugiant a facie arcus, mentre avvisati questi se ne fugirono tutti,
nonostante l'hora del sonno più profondo dalle loro case, a segno che, venendo
poi l'hore 17 et un quarto lo scotimento più gagliardo, ritrovò quella gente
già posta quasi tutta al sicuro. Nella detta hora dunque patì quella città per
lo spatio di più d'un miserere e dopoun quarto per lo
spatio d'un pater moti così terribili che non permisero a veruno il reggersi in
piedi e scossero tutte le fabriche a segno che non ne lasciarono veruna
intatta.
In Civita ha danneggiato assai più perchè oltre la
demolitione della Cathedrale, Palazzo Vescovile ed altre Chiese, ed abitationi
sì grandi come piccole, ha lasciato tutte le altre in stato ne pur capace di
reattamento.
In Roda ha
atterrato il Convento di S. Francesco, fatto danno notabile a quello di S.
Agostino e non poco al Monastero delle monache, si
come alla Collegiata, distrutti molti palazzi e case ordinarie ma di queste ne
ha lasciate altre che con spesa sopportabile potranno rendersi capaci ad essere
habitate.
Alli gravi
pregiudizi patiti nelle abitationi della Città e mobili e grasce sotterrate
sotto la ruina d'essa, s'aggiungano quelle de' casali
nel Territorio, quali affatto, o in
parte, restarono atterrati. Non ostante si gran ruine de morti se ne contano solo trent'uno, de
feriti gravemente undeci e 50 altri di leggieri, onde può cantarsi con Heremia:
misericordia Domini quia non sumus consumpti.
Non minor danno
ha patito Lubriano, che restò tutto diroccato con la
morte di dui e ferita di tre soli.
Anche il
Vetriolo,
Sono stati
inoltre anche leggiermente tocchati Civitella nella Chiesa Parrocchiale ed
alcune abitationi, Graffignano, Rocca del Veccio, e quasi
tutti gli altri soprascritti luoghi della Diocesi…
(Biblioteca e Società Vol. XIII, n. 1-2, giugno 1983- Relazione del danno cagionato dal terremoto successo.. .fatta dal vescovo di Bagnoregio, il viterbese Vincenzo degli Atti. Archivio Storico Comunale di Viterbo, II.E. 1.20, cc. 83v92v )
Relazione
manoscritta processioni alla Madonna della Quercia
per il Terremoto dell’10
giugno 1695
(Biblioteca Comunale Ardenti VT II.C.I.36.41 cc.3-4)
…
Domenica
19 detto venne una compagnia di Viterbo con libre 3 di cera, una compagnia di
Vitorchiano con molto popolo, la maggior parte scalzo
con gran devotione con offerta di libre 20 di cera. In questa compagnia di
Vitorchiano vi erano 16 penitenti con catene di ferro, e discipline a sangue…
Venerdì 24 detto la terra di Canapina in n°
di circa 1000 persone quasi tutte scalze, e le zitelle vestite di bianco con
corone di spine, con 12 disciplinanti offerendo 12 scudi di cera. Venne anche
una numerosa compagnia di
Vitorchiano con la medesima devotione e libre 12 di cera…
Mercoledì 29[ giugno 1695] venne in
processione con molta devotione scalzo e coronato di
spine con offerta di 6 scudi di cera il popolo delle Grotte di S.Stefano e dal
piano di Magognano entrando in chiesa con le ginocchia per terra.
Dopo a questo entrò nel istesso modo il popolo di Castello di Piero
…
Nel qual tempo dicesi
che verranno anco molti altri castelli e terre per rendere grazie a questa
miracolosissima immagine a tutte le 50 predette processioni furono fatti
sermoni e fervorini con gran zelo e spirito da diversi religiosi di questo
convento, facendo risolvere tutti in lacrime e pianti, e chiedere pietà e
misericordia al crocefisso et alla sua Santa Madre quale in questa occasione è
stata sempre scoperta con numero competente di lumi. In questa
occasione Monsignor Vicario ha lasciato li casi riservati alli
confessori di questa chiesa che sono stati al confessionario ogni giorno sino a
7 et 5 hore continue e questi non essendo sufficienti è stato necessario che
Monsignor Vicario habbi dato la facoltà di confessare a tutti li confessori
d’altre diocesi che venivano con i popoli.
(N. M. Torelli 1725 pp.308-309)
( A.S.M.Q. Vol. 355 c. 67 )
( A.S.M.Q. Vol. 355 c. 67v.)
Bomarzo
Prime
processioni effettuate per venerare
1467
(Affresco Palazzo dei Priori di Viterbo – Sala della Madonna della Quercia – sec. XVI)
(A.S.M:Q. vol. 113 c.2v)
La fama per il patrimonio
di che in uno medesimo giuorno del anno spradetto 1467
vi concorsero quatordici comunità et furono queste: Toschanella – Caprarola –
Carbognano – Bassano – Soriano – Civitella – Bagnaia – Buomarzo – Vetralla –
Lugnano – Chanapina - Montefiascone –
Vitorchiano – et molti altri circumvicini , et tutte queste comunità diedero 25
ducati per una, et in questo giorno fu stimato che il concorso de populi
arivassi al numero di quarantamila persone.
Faustina d’Anselmo – 1502
Faustina
d'Alselmo Giusti da Bomarzo havendo fatta la corretione alla nora che non
si portasse con quella modestia che conveniva a
una maritata, et il tutto con ho uno
zelo del h[on]ore di casa sua, venne uno fratello della detta nora et doppo
molte parole ingiuriose ti con una storta verso della gola di Faustina,
quale tagliò quasi il canello della gola onde la detta Fausti a prima disse
Madonna della Quercia mia devota vedete di darmi aiuto dubitando di quello
che li sort . sse; et anco ferita a morte sempre
si raccomandò alla Madonna. La notte li apparve
(Acquerello- 1619- Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.102 Bibl. Besso Roma)
Nell’anno 1502 .
Donna Faostina
di Anselmo da Bonmarzo havendo una nuora un poco allegra, e vana, come è
l’ordinario delle suocere per tenere in timore le nuore, gli fece più volte
la corretione; ma una volta riprendendola più rigorosamente dell’altre fu
causa, che la nuora si pose a piangere; onde al rumore corse il fratello
della giovane, e con un pistolese tirò alla gola di Faostina un colpo
mortale, la quale subbito invocò in suo aiuto Credo che da
questo caso habbia havuto origine l’olio della lampada della Madonna, e
quello di S. Anselmo, che sana l’infermità .
(T.Bandoni 1631 cc.12-13)
(A.Borzacchi pp.27-29)
Assedio dei
Lanzichenecchi - 1528
(T.Bandoni 1634 pp.81-82)
…Alcuni anni doppo vennero molti
Milanesi, e Spagnoli con grosso esercito , per voler torre , e portar via il
corpo di detto Santo ne’ loro paesi; quando da detto popolo di Bonmarzo si
faceva oratione alla Madonna della Quercia, che ne dasse il suo aiuto; ecco di
subito ritrovandosi accampati i Milanesi, e Spagnuoli sotto Bonmarzo in un
luogo detto Piano Miniano;
Giovan
Domenico di Stefano -
1629
(T. Bandoni 1634 pp. 14-15)
“A di 19 Dicembre 1629. Gio. Domenico di Stefano
habitante a Bonmarzo, ritrovandosi in quello di San Martino, Badia delli
Signori Canonici di San Pietro; mentre, che con i buoi tirava alcuni travi, havendo poste le funi alli quattro buoi
per inviarli, arrivato ad un passo strecto, bisognò voltarli, et in quel mentre se li
traversò la fune d’un di quei buoi; onde impaurito lo gettò in terra ,
passandoli di sopra il corpo, e co’ i piedi
gli ammaccò il viso. Tutti gli altri buoi si mossero pigliando il
corso, et trascinando il detto Giovanni, il quale non havendo aiuto humano,
recorse alla Madonna della Quercia pregandola, che tratenesse il corso de’
bovi; incontinente si fermarono come mansueti agnelli, et egli uscì di
sotto a quelli salvo e libero, et il medesimo giorno venne con molta
devotione a portare il voto dell’ottenuta gratia, raccontando il successo.”
Caterina
di Vincenzo della Cecca
- 1635
(T.Bandoni 1634 p. 80)
“
A dì 5 di marzo 1633. Dorothea di Nicolò del Solelle da Bonmarzo, disse,
che il giorno avanti, una sua figliola nomata Catherina di Vincenzo della
Cecca del detto luogo partorì una figliola uscendo
con le parti del sedere fuora del corpo con pericolo di rimanere dentro, et
in pezzi cavarla fuori. Finalmente uscendo, parve come fosse affatto morta,
per esser’ il suo corpo diventato negro, e da tutte quelle donne, che quivi
stavano, per tale era tenuta. Si chiamava in aiuto
Castel
Cellesi
Antonia di
Domenico - 1697
( A.S.M.Q.
vol. 127 c. 28)
A
di 27 settembre
Antonia di Domenico da
Castello Cellese zitella essendo uscita fuora di sé,
scapata di casa sola… et raccomandandosi colla mente alla Beatissima
Vergine della Quercia ritornò in sé et
in cervello come prima et ritornata senza haver patito naufragio alcuno la sua
verginità.
Venne a ringraziare
Io fra Filippo Maria
Gonzales Lettore Sagrestano Maggiore mano propria
Castiglione
in Teverina
Beatrice -
1659
( V. Malanotte 1666 p. 215)
Domenico di Cristoforo - 1659
( V. Malanotte 1666 p. 215)
Civitella
d’Agliano
Prime
processioni effettuate per venerare
1467
(Affresco Palazzo dei Priori di Viterbo – Sala della Madonna della Quercia – sec. XVI)
(A.S.M:Q. vol. 113 c.2v)
La fama per il patrimonio di che in uno medesimo giuorno del anno spradetto 1467 vi concorsero
quatordici comunità et furono queste: Toschanella – Caprarola – Carbognano –
Bassano – Soriano – Civitella – Bagnaia – Buomarzo – Vetralla – Lugnano –
Chanapina - Montefiascone – Vitorchiano
– et molti altri circumvicini , et tutte queste comunità diedero 25 ducati per
una, et in questo giorno fu stimato che il concorso de populi arivassi al
numero di quarantamila persone.
Matteo d’Antonio - 1612
(T.Bandoni1634 p.25)
Nel medesimo tempo [1612] , occorse un altro fatto da non passarlo con silentio.
Matteo d’Antonio di Vannuzo da Civitella della Teverina, essendo stato 10 anni piagato
nelle coscie e nelle gambe con più e diverse bocche, che se una se ne serrava molte
se n’aperivano, crescendo sempre il fetore che egli stesso non lo poteva
sopportare, onde per haver perso ogni aiuto humano, non giovando medicina
alcuna, fu consigliato a ricorrere alla Madonna della Quercia, come fece e
rimase di subito libero
Francesco di Domenico - 1665
(V. Malanotte p.230) (V.Peroni pp.216-217)
Graffignano
Cherubina di Bernardino – 1634
(T. Bandoni 1636 p.156)
Donna Ursina
– 1664
(A.S.M.Q. vol.127 c.12v )
A
di 24 ottobre 1664
Comparve in questa chiesa
donna Ursina da Graffignano moglie del podestà di Graffignano quale asserì d’haver patito per un anno di calcoli di pietra, fece voto
de venir scalza a visitare questa Santissima Vergine . doppo
il voto fece due calcoli come due olive, ne più ha patito. E per questo venne
ad empire e
sodisfare al voto e rendere gratie alla Madonna.
Grotte
S.Stefano
Don Marzio
Prosperi – 1629
( T. Bandoni1634 p.15)
A
di 8 dicembre 1629.
D. Martio Prosperi dalle
Grotte di San Stefano, sacerdote al presente,
ritrovandosi al porto detto Luca, sotto Verdeia per passare il Tevere, stando
nella barca con tre huomini passegieri e tre barcaroli, con tre cavalli, venne
la piena tanto impetuosa, che roppe il funicchio e così la barca fu trasportata
lontano dal detto porto , tutti temevano d’annegare e non potendo rattenerli la
barca per pigliar porto, il detto don Martio invocò
Felice
Antonio di Sante - 1708
( A.S.M.Q. vol.127 c.44 )
A
di 26 maggio 1708
Vennero a questa chiesa
della Madonna Santissima della Quercia per rendere le dovute gratie Sante di
Marco Antonio, e Paola di Olerio dalle Grotte di
Magognano per hever ottenuta la gratia di vedere libero da rottura Felice
Antonio loro figlio in età di sei mesi , quale doppo un mese in circa della sua
nascita, si trovò notabilmente allentato e rotto in modo che furono forzati
tenerlo fasciato quattro mesi, ma raccomandato da loro genitori alla Madonna
Santissima sotto il titolo della Quercia, e condotto a questa chiesa doppo
quindici giorni dal voto fatto, e scfasciato lo ritrovarono libero; et
introdotto nella santa cappella fece il bambino feste inesplicabili con piegare
le mani più volte e con guardar fisso con segni particolari di devotione
Il fatto esposero
li suddetti in presenza degl’infrascritti, et altre persone, che si trovarono
presenti, in fede
Fra Giovan Antonio Manelli
sagrestano maggiore mano propria
Io fra Nicolò Maria Torelli
fui presente alla suddetta deposizione mano propria
Io Bernardino di Antonio afermo quanto di sopra mano propria.
Lubriano
Prediche effettuate
da parte dei frati del
convento della Madonna della Quercia
( A.S.M.Q vol. 170 c. 12 )
A
di 23 Aprile 1608 dal padre fra Agustino
Calice scudi uno et baiocchi ottanta
resi del viatico per andare alla predica di Lubriano.
A
di detto dal detto padre fra Agustino scudi
quattro portò dalla predica di Lubriano per elemosina
Montecalvello
Donna
Laura di Francesco - 1632
(T. Bandoni 1634 p. 52)
A
di detto [31/5/1632] , donna laura di
Francesco da MonteCalvello, essendo stata ammalata due anni continui con febbre
e tutta tumida e gonfia per la vita, non havendo havuto meglioramento decisivo
da tanti medicamenti ch’ella prese,
ricorse con vivo affetto alla Madonna della Quercia Madre di gratie,
dalla quale incontinente ricevè la sanità che desiderava
Giuseppe
di Giacomo - 1632
( T.Bandoni1634p.67)
Nel medesimo
tempo[25/11/1632], Gioseffo di Giacomo da Barattano, di quello di Todi, habitante
in Montecalvello, essendo stato ammalato di febbre continua con flusso di
spatio di 40 giorni, senza mai trovar riposo, ne
medicamento, anzi uscito di cervelloe come pazzo, abbandonato da Medici, e la
moglie Maria, ritrovandosi con febbre per spatio di 6 mesi; fece per sé e per
suo marito voto alla Madonna della Quercia, dalla quale ambedue hanno ricevuto
la desiderata sanità, e sono venuti a
portare il voto, dando la presente relatione.
Donna
Felice e figlio -
1641
( G. Galesi p.176 – 177)
Fu anche deposto da madonna
Felice di Gioseppe da Montecalvello alla presenza de testimonij, come essendo ella
andata in casa di una sua vicina per occorrenza di un morto, che qui vi
era, avvenne che ruvinò la casa, et sopra la sudetta donna e d’un’ suo figliolo
di dui anni chiamato Giovanni Torquato cascorno due stanze, ond’ella in quella
ruvina sepolta, non mostrava scoperto che un braccio e la testa, et il figliolo
del tutto affatto coperto, e così stettero dui grosse hore prima che fussero
levati di sotto a quella materia che havevano addosso; non tralasciava però la
sudetta Felice di mandare suppliche alla Madonna della Quercia con tutto il
cuore, per sé et per il suo figliolo, che stava attaccato alla madre, acciò li
liberasse dalla morte, di che fu compitamente essaudita, poiché li libberò
dalla morte, solo si trovò che la detta Felice et figliolo erano alquanto
offesi dalla decta ruvina, la madre nella spalla, et il figliolo nel braccio
destro, l’una e l’altro però presto risanorno mercè che la madre fece ricorso a
Maria; la sopradetta Felice disse che in quella ruvina altre persone restorno
infelicemente stroppiate et in tre miseramente morti, li quali forse
haverebbero ricevuta la gratia della vita, et la liberatione di tanti stroppij
quando havessero fatto ricorso, come Felice, alla Madonna della Quercia , che
qual vivissimo sole a tutti distribuisce li raggi delle sue gratie
indifferentemente senza escludere alcuno; fu presa questa depositione con alcuni testimonij
sottoscritti che vennero insieme con la detta Felice, e portò per maggior
chiarezza del fatto un voto dipinto.
Benedetto
Colangeli - 1686
(A.S.M.Q. vol. 127 c.23v)
A
di primo giugno 1686
Benedetto Colangeli
Barigello di Montecalvello, havendo riceuta un archibugiata
li 18 Aprile di questo anno, che li passò nel petto in un braccio, et li portò
via un dito, raccomandossi alla Beatissima Vergine della Quercia et in poco
tempo restò sano et fu a rendere gratie.
Ita est.
F. Vincenzo Peroni sagrista
maior , mau propria
Mugnano
Prediche
effettuate
da parte dei frati del
convento della Madonna della Quercia
( A.S.M.Q vol. 170 c. 11v )
A
di 12 aprile 1608 dal padre fra Stefano da
Cortona scudi cinque dalla predica di Mugnano per elemosina
Roccalvecce
Don
Giovanni Scardozzi - 1631
( T.Bandoni 1634 pp. 79 – 80)
A
di 3 di marzo. Prete Giovanni Scardozzi
della Rocca del Veccio, visitò questa santa casa, celebrandoci per rendimento
di gratie, come egli doppo disse, che del mese di novembre dell’anno passato
1631, s’infermò di febbre continua con accidenti mortali durando
nell’infermità per spatio di 21 giorni, nel qual tempo non poteva dormire, per
lo che era diventato inquieto , e noioso a tutta la casa. Et havendo il medico ordinato la medicina, mentre gli fu portata avanti per pigliarla, disse: Vergine Gloriosa della
Quercia voi potete guarirmi, senza questa bevanda, a voi mi raccommando, il
vostro aiuto desidero. Appena l’hebbe presa, che la mandò fuori, con tutto ciò li fece meravigliosa operatione, il tutto
per opra di questa Vergine. D’indi a
poco si levò dal letto sano e salvo. Portò il suo voto d’argento
Paolo di
Luigi - 1633
(G. Galesi pp. 164 – 165)
Doppo a questa relatione
venne di persona Luigi della Rocca del Veccio, quale
depose che un suo figliolo di età di 5 anni chiamato Paolo, haveva patito mal
di pietra per dui anni continui, con dolori eccessivi, et grandissima
ritenzione d’urina, si venne al fine al taglio per cavarne la pietra; il padre
e la madre dubitando della vita del
figliolo, et veramente con raggione, perché attioni simili si fanno il più
delle volte con morire, lo votorno alla Madonna della Quercia, et subbito fatto
il voto hebbe gratia, che con pochissimo dolore gli fu estratta la pietra, che era più grossa d’una
castagna, con rimanere subbito guarito perfettamente, mercè di questa
gloriosissima Vergine, la quale concede quelle gratie, che se li domandano
Giacomo
Saccomandi - 1639
( G. Galesi pp. 105 – 107)
Questa benigna mano della
Vergine Santa della Quercia esperimentò Iacomo Saccomandi della Rocca del
Veccio, poiché essendo venuto di persona a questo
sacro tempio per renderli gratie infinite, per molti favori da lei ricevuti,
volse però che si pigliasse una depositione di quanto gli avenne viaggiando per
la strada vicino a Siena; la depositione fu questa che andando per viaggio
cascò il cavallo incidentemente in una fossa, stando egli sopra, e si
avilupporno talmente insieme il cavallo e lui, che dalla strettezza del fosso,
ne l’uno ,ne l’altro si potevano dal luoco sbrigare e liberare, e così per più
di mez’hora, si stette con pericolo evidentissimo, che il cavallo non li desse
morte; ricorse in tanta sua angustia all’aiuto della Madonna della Quercia, con
preghi ardentissimi, e mentre stava tutto applicato a domandar’aiuto alla
Vergine, ecco che non tardò a farle la gratia, perché subito comparve
all’improviso un giovane in habito di contadino, quale fu dal sudetto Iacomo
stimato( non lungi da ogni raggione e discorso) un Angelo del Cielo mandato
dalla Vergine Santa per suo aiuto, quel giovine con presteza non ordinaria, liberò quell’afflitto
e sconsolato dal pericolo della morte, sanza alcun male, come anco il cavallo,
poiché l’uno e l’altro seguitorno il viaggio con molta felicità, riconoscendo il tutto, che si
è detto della Vergine Santa della Quercia, che si degnò ascoltare li prieghi di
quello, che a lei di vivo cuore fece ricorso, essendo perenne fonte di gratie.
Portò il voto dipinto e si
sottoscrisse di propria mano.
S.Michele
in Teverina
(Castel di
Piero)
Sconosciuto
1525
"Uno da castello di Piero essendo
prigione per la vita. Racomandosi alla B. Vergine della Quercia fuggì dalle
carceri di Castro dove stava legato e con li ferri
a piedi venne a render gratie alla B. Vergine lasciando li ferri per segno di gratitudine appesi in questo Santo Tempio.[1525]".
(Acquerello- 1686- Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.219 Bibl. Besso Roma)
(T.Bandoni
1631, p.53)
L’anno 1525 , nel principio di giugno
comparse uno da Castel di Piero fuggito dalle carceri di Castro con i ferri a i
piedi per essersi raccommandato a questa
Santa Vergine, mentre era di già condannato alla morte.
( V.
Peroni p.121)
Tarquinio
del Ponte – 1631
( T.Bandoni1636
p.111- 112)
Vittorio -
primi anni 1600
( T.Bandoni1636
p. 112)
Giuseppe
di Giulio di Giovanni -
1707
( A.S.M.Q.vol.127
c.37v)
A
di 28 settembre 1707
Venne a questa chiesa a
render gratie alla Beatissima Vergine, Giuseppe di
Giulio di Giovanni da Castel di Piero diocesi di Bagnorea per esser stato
liberato da febre maligna, quale subito pigliò il legno della Madonna
Santissima della Quercia, gli partì senza tornargli più. Il tutto narrò in presenza del signor Nicola del Carretto romano, del
signor dottor Angelo Ciuffoni, e del signor Michele Benedetti, quali si
sottoscrivono in fede.
Fra Giovan Antonio Manelli
sagrestano maggiore
Nicola del Carretto fui
testimonio mano propria
Angelo Ciuffoni fui
testimonio mano propria
Michele
Benedetti fui testimonio mano propria.
Sipicciano
Pirro
Baglioni - 1580
( T.Bandoni
1636 pp.54-55)
MargheritaBaglioni
- 1591
(A.S.M.Q.
vol. 113 c. 29v )
Ricordo come l’anno 1591 . La signora Margarita Baglioni fece una mantellina bianca
con listre d’oro e finimenti di velluto tane con fili d’oro: al tempo del
priore fra Stefano da Villa e sagrestano il padre fra Filippo Monteleonj
Flaminia
Baglioni - 1592
(A.S.M.Q.
vol. 113 c. 30)
Ricordo come nel medesimo
anno [1592] la signora Flaminia Baglioni ha fatto un velo di seta e d’argento a operette, qual sta dinanzi alla Madre Nostra Santissima . al tempo de sopradetti [ padre priore il maestro Paolo da
Cortona e sagrestano il padre fra Giovanni Adimari]
Margherita
Baglioni Santa Croce – 1598
(A.S.M.Q.
vol. 113 c. 34v.)
1598
Ricordo come la molto illustrissima signora Margarita Baglioni Santa Croce
portò a li 15 di agosto 1598 un velo di rete con campo torchino ricamato con
oro et seta, in mezo del qualle vi è
Vetriolo
Domenico Pagani – 1731
(A.S.M.Q. vol ..127 c.71)
A
di 24 Luglio 1731
Domenico
Pagani da Vetrioli d’anni cinquanta , essendo
stato assalito da assassini nella Macchia di Montefiascone essendo stato
ritrovato più morto che vivo dale archibugiate, spedito da Medici, invocando
Io Fra Vincenzo Gorizutti
Sagrestano Maggiore
Mano propria
Vitorchiano
Prime
processioni effettuate
per venerare
1467
(Affresco Palazzo dei Priori di Viterbo – Sala della Madonna della Quercia – sec. XVI)
(A.S.M:Q. vol. 113 c.2v)
La fama per il patrimonio
di che in uno medesimo giuorno del anno spradetto 1467
vi concorsero quatordici comunità et furono queste: Toschanella – Caprarola –
Carbognano – Bassano – Soriano – Civitella – Bagnaia – Buomarzo – Vetralla –
Lugnano – Chanapina - Montefiascone –
Vitorchiano – et molti altri circumvicini , et tutte queste comunità diedero 25
ducati per una, et in questo giorno fu stimato che il concorso de populi
arivassi al numero di quarantamila persone.
Rocco
Lanzetta – 1545
(T.Bandoni 1631p.51)
Rocco Lanzetta da
Vitorchiano ricevè una gratia grande da questa Vergine, che partendosi da
Palestrina per venirsene a Roma si adormentò per strada, e levandosi in piedi
così adormito seguitò il viaggio, e caminando un pezzo con l’archibugio in
spalla, e la spada al fianco, gionse al ponte Nisio alto e profondo e non
havendo sponda da una banda
da quel luogo precipitò nel fondo, et uscendo la spada dal fodero, se
gl’infiltrò nel ventre, e gli passò dall’altra banda; e svegliato che fu chiamò
( A. Borzacchi pp.82-83)
Padre fra
Domenico Cimichetti –
1620
Il
P.f.Domenico Cemichetti havendo predicato in Vitorchiano con grandissima
gratia il 3' giorno della Pasqua se ne venne alla Madonna della Quercia con
buona parte dei populo in processione portando uno
bello et ricco palliotto: et nel passo del ponte detto della ferriera il
cavallo spaventato cascò col detto Padre dentro della lega di detta
ferriera cupa assai per la profondità et luogo poco atto a uscirne portò
evidente pericolo di affogare insieme al cavallo. Si raccomandò alla
Madonna della Quercia per sua gratia uscì dell'acqua coi
suo cavallo senza alcuno male l'anno [1620].
(Acquerello- 1619- Tratto dal “Libro dei Miracoli” p.126 Bibl. Besso Roma)
( T. Bandoni 1628, pp.151-152)
Leonardo di
Scipione – 1628
( T.Bandoni1631 pp.194 – 195)
A
di 18 giugno 1629.
Leonardo di Scipione di
Girolamo da
Veterchiano, disse, come il mese di novembre passato ritrovandosi in un luogo
detto
Alessandro
Anselmi – 1633
( T. Bandoni1634 p. 77)
A
di 20 di febbraro 1633. La madre suor Maria
Helena Anselmi del monastero di S.Agnese di Vitorchiano, mandò 15 zitelle a
ringratiare
Suor Maria
Elena Anselmi – ante 1633
( T. Bandoni1634 pp. 77-78)
Di più disse detta suor
Maria Helena( come per sue lettere appare) che avanti si facesse
monaca, cascò d’un ‘albero e fu la caduta tanto atroce, che rimase come morta,
così giudicata da tutti di casa, essendosi infranta tutta la vita, dopo essendo
tornata ne’ sentimenti, si raccommandò con tutto il cuore alla Madonna della
Quercia, promettendo di voler visitarla scalza tutte le volte che si partiva da
Vitorchiano per tal’effetto; e
Suor Maria
Giacinta Betti – ante
1633
(T. Bandoni1634 pp. 78-79)
Il medesimo giorno la madre
suor Maria Giacinta Betti del medesimo monastero, scrisse com’haveva ancor’essa
ricevuta una singolar gratia dalla Madonna della Quercia, et è che volendosi
far monaca ritrovò grandissima contrarietà nel suo fratello, et in tutti di
casa, non volendo se monacasse, anzi riprendevano chiunque n’havesse ragionato,
per la qual cosa trovandosi molt’afflitta, ricorse alla pietà della Madonna
della Quercia, quale di subito ammollì il cuore del fratello e di tutti i suoi
parenti di tal sorte che in brevissimo tempo ottenne quanto desiderava, con
stupore di tutti, promettendo dire ogni giorno sette Pater Noster e sette Ave Maria in honore di
questa Vergine e quando per scordanza
non li diceva, li pareva che la notte seguente
L’istessa havendo un dolore
di testa continuo, essendoli durato molt’anni, come specie di vertigini, si
raccommandò alla Madonna della Quercia, et havendo havute certe rose benedette
del Rosario l’anno passato per
Giovan
Filippo – 1641
(V.Galesi pp. 158-159)
Giovan Filippo d’Hortentio da Montereale depose con testimonij, che
ritrovandosi egli alli 16 di giugno alle dui hore di notte fuori della Terra
di Vitorchiano, fu all’improvviso
assaltato da quattro huomini armati di falce, storte , pugnali e spuntoni, uno
de quali lo percosse con una di quelle falce in capo ferendolo di una ferita
mortale, per haverli quasi diviso il capo et perché era molto dubbioso della
sua vita, si raccommandò di cuore
alla Madonna della Quercia, e per sua
pietà e misericordia li concesse la sanità et doppo haver ricevuta la gratia,
venne a visitar questo sacro tempio con molta devotione.
Rosana
Ugolini – 1710
( A.S.M.Q. vol. 127 c.52)
A
di 2 agosto 1710
La signora Rosana Ugolini
di Vitorchiano inferma di febre maligna fu confessata e communicata ma
aggravatoglisi il male stiede per lo spazio di quarantasei ore delirando con
grandissimi urli e stride;
ritornata in sé, fece voto di venire a visitare
Fra Angelo Maria Crispoldi
sagrestano maggiore mano propria.
Domenico
D’Agostino –
1713
( A.S.M.Q.vol. 127 c.33)
Agosto
1713
A
di 5 detto Domenico D’Agostino da
Vitorchiano, trovandosi lebroso si raccomandò a questa nostra Santissima
Vergine et ottenne la gratia della sanità.
Ha portato il voto in
tabella
Fra Felice Geromini
sagrestano maggiore
Prediche
effettuate da
parte
dei frati del convento
della Madonna della Quercia
ed elemosine varie
(25 aprile 1522 - A.S.M.Q. Vol. 350 c.15v.)
1522
Addi 25 d’aprile decto
dalla predica delle Grotte carlini diciotto et un grosso portò frate Stephano Cretasticij per conto di confessioni ducati 1
baiocchi 65
[
1 carlino = 7 baiocchi e 10 denari; 1
grosso = 5 baiocchi]
(31 marzo 1570 - A.S.M.Q. Vol. 160 c.12v.)
Da
la predica di Vitorchiano di detto portò il padre fra Basilio perusino
scudi sette e mezzo[ 1 scudo = 100 baiocchi]
( 25 aprile 1572 – A.S.M.Q. Vol. 160 c.14v.)
Da
la predica di Vitorchiano scudi otto et
baiocchi ottanta recò frate Arcangelo da Pistoia
( 4 aprile 1575– A.S.M.Q. Vol. 160 c.16v)
Dal padre fra Francesco romano 4 di aprile 1575 per la predica di
Vitorchiano scudi sette
(1581 aprile 1– A.S.M.Q. Vol. 160 c.25 )
A
di detto dalla predica di S.Stefano delle
grotte scudi dua di moneta portò fra Thimoteo da Pescia
( 1587 aprile 8– A.S.M.Q. Vol. 160 c.31v )
Doppo la ragione fatta a me
fra Thomaso da Foiano dal
reverendo padre priore et padri . addi
detto dalla predica di Mugnano dove predicò frate Francesco Cocchi scudi sei
Addi detto dalla predica
della Rocca del Veccio dove predicò fra Felice da Bagniaia scudi sei.
( 16 aprile 1602 – A.S.M.Q. Vol. 168 c.2.)
Addi 16 detto dalla predica
della Rocca del Veccio scudi otto baiocchi 50 recò
conti
fra
Vincenzo Quatrocchi
( 12 maggio 1602– A.S.M.Q. Vol. 168 c.2)
Addi 12 detto dalla predica
di Nazano et Civitella scudi dodici baiocchi ottanta recò
conti frat’Antonino da Prato
(12 aprile 1603 – A.S.M.Q. Vol. 168c.2v.)
Dalla predica della Rocca del Veccio scudi otto portò fra Vincentio Quatrocchi
( 23 aprile 1603– A.S.M.Q. Vol. 170 c.4 )
Dal padre lettore Verdelli a di detto scudi dodici sono per limosina dalla predica
delle Grotte recò lui conti
(23 aprile 1603– A.S.M.Q. Vol. 170 c.4 )
Da
fra Paolo Paradisi scudi uncici sono per
limosina della predica di Graffignano et Montecalvello recò lui conti a di detto
( 30 aprile 1612 – A.S.M.Q. Vol. 171c.17v )
A
di 30 detto
Dalla predica di Bonmartio
scudi diciotto di monetaportò il padre sottopriore, il padre frate
Ignatio Alberighi d’Orvieto, restatoni scudi otto , che tanti auto per
amorevoleza, dal convento, dal reverendo padre priore , si cassa fuori scudi
dui di moneta , come al giornale a c. 89
Dalla predica di
Castiglione della Teverina, scudi sette portò il padre letore Vecchi, questo di
detto, come al giornale a c. 89
( 19 aprile 1613– A.S.M.Q. Vol. 171c.25v )
A
di detto dal padre fra Stefano da Cortona
predicatore in Sipicciano scudi otto, de quali dui n’ha resi al convento quanto n’ha donati il padre
priore a lui, restano netti al convento scudi dui come al giornale
( 3 aprile 1614 – A.S.M.Q. Vol. 171c.35)
Dalla predica di
Vitorchiano portò il padre fra Francesco Cochi quale
cominciò a predicare il mercordì della domenica in passione scudi sei de quali
tre se ne derno a lui et tre per il convento
( 3 aprile 1614 – A.S.M.Q. Vol. 171c.35)
Dalla predica di Monte
Calvello portò il padre lettore Buratti scudi sei al convento scudi due
( 3 aprile 1614 – A.S.M.Q. Vol. 171c.35)
Dalla predica di Civitella di Orvieto portò il padre fra Venantio Pollastrelli scudi
tredici de quali sei se ne derno a lui et sette
per il convento
(1 aprile 1617– A.S.M.Q. Vol. 171c.60v.)
A
di primo d’aprile dal padre studente
Naldini scudi cinque et baiocchi settanta dalla predica della Rocca del Veccio
(15 aprile 1621 – A.S.M.Q. Vol. 173 c.24 )
A
di detto scudi quattro baiocchi 50 dalla
predica delle Grotte di Santo Stefano portò il padre fra Thomaso Buratti
maestro dei Novitij
(29 aprile 1622 – A.S.M.Q. Vol. 168 c.16 )
1622
A
di 29 di aprile scudi dicidotto portò il
padre superiore frate Ignatio Alberigi dalla predica di Mugnano al quale diede
il padre priore scudi otto per amorevolezza però si cassano a entrata scudi
dieci
(elemosine 17 agosto 1528 – A.S.M.Q. Vol. 350 c.40 )
Et a di
17 di detto da elemosina che portorno e frati che andorno a Bommarzo et Chiea
baiocchi sessanta
(elemosina 14 giugno1665– A.S.M.Q. Vol. 354 c.7v)
E più a
di detto scudi tre dalle Grotte di Santo Stefano per limosina
(elemosina 22 maggio 1667 – A.S.M.Q. Vol. 354 c.9 )
A
di 22 maggio dalla Compagnia delle Grotte
in cambio del cerio giulij sei e mezzo
[
1 giulio = 10 baiocchi]
elemosina 30 maggio 1672– A.S.M.Q. Vol. 354 c.15v.jpg
A
di detto dalla Compagnia delle Grotte la
solita carità per il cereo, scudi due